Uno sguardo particolare sulla storia di un settimanale entrato nel mito
Le copertine di “Grand Hotel” al Museo della Montagna di Torino
****I sogni – ha scritto Giovanni Pascoli – “sono l’infinita ombra del vero”, e come tali si modificano in rapporto ai mutamenti della realtà sociale. Correva l’anno 1946: gli italiani avevano appena votato per scegliere un nuovo sistema politico, e da più parti si intravvedevano i segni di una grande volontà di riprendere, di ricominciare e di ricostruire; le piaghe dolorose della guerra andavano presto risanate e dimenticate in fretta, per sperare in un futuro radioso, sereno e pieno d’amore.
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