Il termine Digital Divide è stato utilizzato inizialmente dalla amministrazione americana Clinton-Gore per indicare la non omogenea fruizione dei servizi telematici tra la popolazione statunitense. Nonostante si sia fatto riferimento al Digital Divide come un problema interno al contesto americano, oggi è più comune definire con questi termini il divario esistente nell'accesso alle nuove tecnologie in una prospettiva globale.

Il Digital Divide potrebbe incrementare infatti le già esistenti diseguaglianze di tipo economico, ma avere effetti drammatici anche nell'accesso all'informazione implicando ulteriori conseguenze. 
Una delle cause ampiamente condivise del Digital Divide è di carattere economico che impedisce alla popolazione di tali paesi di acquisire un’alfabetizzazione informatica che è causa stessa del Digital Divide. Il circolo vizioso che si viene a creare porta i paesi poveri ad impoverirsi ulteriormente dato che vengono ulteriormente esclusi dalle nuove forme di produzioni di ricchezze che sono basate sui beni immateriali dell'informatica.
Il problema intrinseco al nuovo corso del sistema economico mondiale, può quindi essere combattuto attraverso iniziative di vario tipo atte alla divulgazione di infrastrutture e saperi e molte sono le iniziative in questa direzione.
Un esempio su tutti è quello della Rete Sanitaria promossa dalle Nazioni Unite e attualmente coordinata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, intende fornire un valido aiuto a al problema dell’Assistenza Sanitaria nei paesi in via di sviluppo, sfruttando le enormi potenzialità offerte in questo campo dalle nuove tecnologie. Il piano prevede la creazione di diecimila siti online posti a disposizione degli ospedali, delle cliniche e delle strutture sanitarie pubbliche presenti in questi paesi. Lo scopo è di favorire l’accesso ad informazioni mediche e sanitarie aggiornate, sviluppando programmi specifici per singoli stati o gruppi di nazioni. Lo stesso progetto, recentemente presentato e approfondito in un convegno tenuto a Scanzano, è in via di realizzazione nell'ASL 5 di Montalbano Jonico.
Ecco la situazione in alcune nazioni europee:
In Irlanda oltre 200milioni di euro di finanziamenti pubblici sono stati resi disponibili per finanziare progetti tesi a fornire sistemi di comunicazione avanzata o infrastrutture di e-commerce.
In Svezia sono stati investiti 5,8 miliardi di corone per sviluppare connessioni regionali o locali in aree rurali e per lo sviluppo di reti a banda larga.
In Portogallo allo scopo di fornire l’accesso domestico a Internet a più della metà della popolazione vengono offerti incentivi fiscali per l’acquisto di pc, mentre l’accesso a internet a bassa velocità è gratuito oppure fornito a un prezzo simbolico, e l’accesso a banda larga è a un buon livello di sviluppo.
In Francia sono stati realizzati oltre 7000 punti di accesso gratuito a internet.
In Basilicata la strada intrapresa era quella giusta fornendo con un Computer in ogni casa, forse il primo passo contro il Digital Divide; ma in molti paesi come Castronuovo di Sant'Andrea nella casa di molti castronovesi è rimasto il computer e la sua connessione analogica a 56K utile soltanto per registrare il modulo del rimborso per l’acquisto del PC.
In Italia il Digital divide si manifesta nell'esclusione di milioni di cittadini dal collegamento veloce ad Internet garantito dalla tecnologia DSL, chiamato anche banda larga.
La banda larga, definita alla luce della tecnologia attuale a partire da un valore soglia di 1.2 megabit/sec., non è contemplata né dalla legislazione italiana né da quella europea come obbligo di servizio universale italiano con accessi a Internet a velocità superiori a 1 megabit/sec. resta al di sotto della media europea (95% di Regno Unito, oltre il 90% in Francia) e di Stati con un territorio più vasto dell'Italia e una più bassa densità abitativa e quindi più piccoli centri da coprire.
In Francia e Regno Unito tale livello di copertura è in buona parte dovuto all'utilizzo diffuso di tecnologie, o di altre quali Reach Extended ADSL2, liberalizzate da alcuni anni, per servire territori rurali in cui la centrale sarebbe troppo distante da molte abitazioni per poter offrire un servizio.
Anche in Italia con i link via wireless sarebbe possibile una copertura totale del territorio, con l'onere di installare un DSLAM (Digital Subscriber Line Access Multiplexer) in sostanza un multiplatore di linea di accessi numerica in ognuna delle 10800 centrali telefoniche italiane.
Per trasportare un segnale DSL singolo è sufficiente un doppino di rame; per trasportarne più d'uno fino a distanze di 5 km sono sufficienti DSLAM e doppino telefonico; per più segnali a velocità DSL su distanze maggiori di 5 Km (come quelle da una centrale locale a quella "finale" Telecom, lo stadio di linea) occorre la fibra ottica. Le centrali che risultano non coperte da ADSL sono quelle non provviste di DSLAM e di collegamento in fibra ottica con la centrale finale Telecom. Ma quanto dovrebbe spendere la Telecom?
Il costo (dati anno 2005) di un DSLAM da 75 porte in grado di coprire un'utenza di 200 abitanti (con abbonamento ADSL) è di 3200 euro. A ciò si deve aggiungere la messa a norma (Legge 626 sulla sicurezza) e la pulizia dei locali che elevano la spesa intorno ai 15000 euro annui. L'investimento garantisce tempi rapidi di recupero. 
A questo punto verrebbe da chiedersi quale è la parcella che la Telecom paga – nella campagna pubblicitaria – per prendere per i fondelli chi ha comprato il computer in ogni casa, ai vari simpatici testimonial di turno...
Facendo due calcoli tenendo conto del canone Telecom che siamo costretti a pagare, per finanziare anche la pubblicità di un prodotto che la Telecom non ci fornisce (parlo di Castronuovo ovviamente)
Circa 24 euro a bimestre (spesso anche ritoccati con servizi non richiesti) x 12 mesi per 200 utenti che pagano il canone = 28.800 Euro annui)… forse la Telecom riuscirebbe anche a rientrare nelle spese; fermo restando che chi scrive ritiene un obbligo sancito dalla Costituzione offrire a tutti i cittadini le stesse possibilità.
Un DSLAM garantisce una banda minima di 64 kbit/sec. e con 1000 porte tipicamente fraziona 64 megabit/sec. fra 1000 utenti.
A detta di molti operatori nel settore delle telecomunicazioni, la banda larga è un fattore d'importanza strategica per la ripresa di competitività delle imprese italiane, quanto la creazione di una rete di trasporti autostradale e ferroviaria più efficiente. È importante in questo senso l'integrazione fra informatica e logistica, per favorire la circolazione di idee e di merci.
La recente disponibilità della tecnologia WiMax potrebbe contribuire a risolvere il digital divide italiano.
Ma a Castronuovo intanto, visto che la Telecom latita? Da pochi giorni è possibile diminuire il GAP del Digital Divide è possibile essere raggiunti nella propria casa dall’Internet veloce con tutto ciò che questo comporta. Basta una parabolina, un cavo e il computer che è in ogni casa… 
La società che offre il servizio è la Globalcom di Lagonegro che ha un ripetitore a Chiaromonte e che potrebbe servire anche Castronuovo di Sant’Andrea; in questi giorni alcuni utenti, tra cui il sottoscritto, hanno iniziato ad usufruire con soddisfazione di questo servizio.

Chiunque è interessato può contattare il webmaster all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o visitare il sito della società http://www.globalcombasilicata.it 

Chiudo questa news con le parole pronunciate dal Segretario di Stato U.S.A. Collin Powell In Business week del 18/12/2000:"Si parla molto del Digital Divide. [...] io preferisco usare un altro termine: l'apartheid digitale, sia in America che nel resto del mondo. Se l'apartheid digitale persiste saremo tutti sconfitti: i digital have-nots saranno più poveri e non diventeranno quei lavoratori specializzati e potenziali consumatori necessari per sostenere la crescita della new economy. Per questo il settore privato è ansioso di far crollare il muro tra digital have e digital have-nots".

PINO DI SARIO

Fonti della news Wikipedia L’enciclopedia libera in rete)