Sant'Andrea patrono della Diocesi già da 123 anni! Di Umberto l'articolo sul Quotidiano della Basilicata di domenica 28 Settembre...

 

CASTRONUOVO - Sta per concludersi l'Anno Santo dedicato a Sant'Andrea Avellino e una notizia svela una presunta “gaffe” della diocesi di Tursi - Lagonegro. Il patrono di Castronuovo (nato nel 1520 e morto nel 1608), di cui a novembre ricorre il quarto centenario della morte, è stato proclamato in pompa magna il 4 maggio dell'anno scorso compatrono diocesano dal vescovo di Tursi Lagonegro monsignor Francesco Nolè, ma il sito www.sant'andreaavellino.it ha scoperto un documento della Santa Sede (che campeggia nella home del sito) che testimonia come la stessa proclamazione sia già avvenuta nel lontano 1884. In un manoscritto autografo dell'11 dicembre 1940, inoltre, l'arciprete don Prospero Nocera riferisce come la Sacra Con Congregazione dei Riti abbia dichiarato il santo teatino terzo protettore dell'allora diocesi di Anglona - Tursi il 29 maggio del 1884, dopo i già proclamati patronati di Sant'Anna e San Filippo Neri. L'Avellino, nella ricostruzione di Nocera, fu elevato al culto diocesano per l'immensa fama di taumaturgo di cui godeva in vita e post mortem: se San Filippo, secondo i fedeli, aveva liberato Tursi dalla peste nel 1664, Sant'Andrea aveva salvato dallo stesso morbo Palermo nel 1624 e Modena nel 1630. Queste notizie, se da una parte attestano ancor di più la devozione per il santo castronovese (amico di San Carlo Borromeo e confessore di famiglie nobili dell'epoca quali i Farnese), dall'altra rivelano una certa superficialità della Curia diocesana, che ha ottenuto da Benedetto XVI una proclamazione già agli atti da 124 anni. Ciò conferma quello che molti studiosi e religiosi denunciano da tempo, che cioè vada fatto un lavoro serio e approfondito sulla biografia e le opere del teatino, protagonista della Controriforma Cattolica ma spesso dimenticato o ricordato con approssimazione (anche dai suoi compaesani). A conferma di questa triste realtà arrivano le parole del celebre scrittore cattolico Vittorio Messori, secondo cui «Andrea Avellino, un tempo tra i più venerati, oggi è diventato un santo disoccupato».

UMBERTO DI MATTEO