E’ stato presentato mercoledì sera, nella chiesa cattedrale di Tursi, il quadro realizzato dal pittore Vincenzo D'Acunzo che raffigura sant'Andrea Avellino, copatrono della diocesi...

Sant’Andrea nelle pennellate di Vincenzo D'Acunzo. TURSI - E’ stato presentato mercoledì sera, nella chiesa cattedrale, il quadro realizzato dal pittore Vincenzo D'Acunzo che raffigura sant'Andrea Avellino, copatrono della diocesi. L'opera è stata benedetta dal vescovo Francesco Nolé, prima della messa serale. Il quadro è impregnato di spirito antico con veste moderna. C'e' il santo (che nel quadro è il più alto di tutti) circondato da dieci personaggi, cinque a destra e cinque a sinistra, che rappresentano tutte le fasi della vita: dal bimbo in braccio, alle bambine di sette ed undici anni, al nonno ottuagenario, alle mamme, ai padri. Tutti che guardano a lui, come ad una guida spirituale. Il pittore D'Acunzo ha lavorato per quasi un anno. Ha scattato centinaia di foto ai figuranti, prima di arrivare alla realizzazione attuale, con lo studio della luce, dei volti, che rappresentano persone del posto, tutti presenti la sera della presentazione. Il pittore, da poco andato in pensione, ha ripreso questo suo antico amore per i pennelli, passione che dura da trent'anni, con mostre personali a Tursi ed in altre località. Attualmente sta lavorando sui quattro evangelisti, che saranno posti negli ovali in alto nella chiesa, in modo da completare il restauro della cattedrale. I quattro dipinti saranno pronti per Natale. Ma veniamo al quadro di Sant'Andrea. Il D'Acunzo si è letteralmente ispirato all'ultimo libro: "Lancillotto Avellino - una vita senza compromessi", scritto da Vincenzo Cosenza, religioso teatino e parroco di San Brancato (Sant'Arcangelo) e Caprarico (frazione di Tursi). Il quadro resterà in cattedrale per qualche giorno. L'opera è nata per celebrare il quarto centenario della morte di Sant'Andrea Avellino, avvenuta il 10 novembre 1608. Nel quadro il santo indossa un abito talare espresso con semplicità, quasi fosse un saio, simbolo millenario degli ordini ecclesiastici che predicano la povertà. La veste è stata volutamente dipinta con colori che vogliono evocare trascendenza, leggerezza e senso di spiritualità. Il santo riceve luce dall'alto e a sua volta la irradia verso gli altri personaggi che simboleggiano il popolo di Dio, che lo segue. I personaggi puntano lo sguardo verso la loro guida, il cui viso può rappresentare un ipotetico punto di fuga dell'intera opera. L'opera è originale, eseguita in un unico esemplare con colori acrilici su multistrato di legno, dalle dimensioni di cm 125 x 115 ed è destinata alla chiesa di Caprarico. 

dal Quotidiano della Basilicata del 10 ottobre di Salvatore Martire