Ho voglia di far giungere ai navigatori del Portale una opinione molto personale sulla malattia del secolo che sta martoriando la nostra piccola comunità: il Tumore...

L’appello è rivolto alle nostre istituzioni, dal nostro Comune, alla Regione agli Enti regionali e nazionali preposti alla tutela del territorio: si può sapere a cosa sia dovuta l’alta incidenza di malattie tumorali nel nostro comune e nella nostra regione, una volta forse isola felice?
Lo spunto mi è stato fornito dalla lettura dell’articolo “In Basilicata è record per malattie tumorali” (Marisa Ingrosso) sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 24/01/2009, ripreso a sua volta e pubblicato sul sito www.lasiritide.it/art.php?articolo=2065Pur essendo l’articolo ben fatto e di facile comprensione, tuttavia mi limiterò a fornire una personale considerazione: i nostri governanti l’hanno letto? L’hanno metabolizzato? L’hanno fatto proprio? Avvertono la gravità del pericolo tumore in Basilicata? Ne sono a conoscenza? Stanno prendendo provvedimenti adeguati? Sottostimano l’entità del fenomeno? Ci sono responsabilità? È un problema prettamente di Castronuovo di Sant’Andrea o riguarda l’intera Regione? Etc.etc.

Mi ricordo che nel lontano 30/11/2001 con un articolo che si può consultare su (LINK ARTICOLO) già misi in evidenza l’alta incidenza di casi tumorali in Basilicata, ma come spesso accade il problema si risolve non affrontandolo. Non sono un giornalista di professione, forse non lo sarò mai, ciò nonostante non posso non manifestare, mio malgrado, la indifferenza di chi, invece di garantirci il sacro diritto alla salute ed alla vita, ci sta conducendo silenziosamente alla morte.
Parlando con gli abitanti dei paesi limitrofi e non solo, mi accorgo come Castronuovo rispecchi, in percentuale al numero dei suoi abitanti, una “situazione tumorale” comune all’intera regione. Un rimprovero a me stesso lo riservo quando non riesco a far comprendere come sia pericoloso “abituarsi” alla morte tanto da non farci più caso! Ognuno, ahimè, nel proprio silenzio e nel proprio dolore, confida che il tumore possa riguardare sempre gli altri; purtroppo non è così: infatti non vi è famiglia in Castronuovo che non abbia pianto un proprio congiunto morto di tumore! I casi stanno divenendo numerosissimi nella più totale indifferenza: questo sì che è un altro letale problema. Il rischio più grande che mi auguro di vero cuore non accada, è di rimanere talmente presi da questa assuefazione che una madre non riesca ad avere lacrime, precedentemente versate per altri, per un figlio perduto.
Con questo trend di numero di morti Castronuovo chiuderà l’ultimo capitolo della propria storia e come Castronuovo così sarà di altre piccole e medie comunità. Si può sollecitare un incontro a livello locale, zonale, regionale, per discutere di questa che senza retorica può definirsi una piaga d’Egitto di biblica memoria, ma se quella rimane nell’alone leggendario questa trova la sua cruda realizzazione sulla nostra pelle.
Dilaga il timore tra la popolazione su chi sia il prossimo che vedrà il proprio capo reciso dall’indifferente falce della morte. Su chi cerca di capire il senso di questo succinto articolo, la spiegazione non può che essere questa: un doveroso atto di accusa verso chi non si accorge che il paese, e di qui a breve la regione, possa entrare tra il novero dei paesi e delle regioni che furono.

Mario Di Sario