Sono passati circa tre anni dal quarto centenario della salita in cielo del nostro amatissimo Santo e Patrono Andrea Avellino ed è ora che si inizino a vedere i frutti dell’evento: TUTTO COME PRIMA, ANZI PEGGIO!

 

Penso che nella moltitudine ci sarà anche qualcuno che avesse previsto ciò; c’è il qualunquista di turno che addosserà la colpa ai castronovesi che non sono riusciti a farsi coinvolgere; sta di fatto che, passato il Santo, è rimasta una Chiesa Madre ristrutturata che appare monca di una lapide simbolo dei caduti castronovesi nel primo conflitto mondiale e priva di un piccolo campanile.
Qualche pseudo-architetto benpensante ha avuto il coraggio di dire che quando si ristruttura occorre che qualche elemento vecchio venga rimosso.
C’è chi dall’evento andreano o dalla strumentalizzazione dell’evento stesso ha tratto giovamento personale e c'è chi dell'evento non si è proprio accorto. 
Dopo essermi concessa questa parentesi, piena di rabbia verso chi non rispetta un paese che ha dato un Santo e che Santo alla Chiesa universale, vengo a trattare con piacere un aspetto di Sant’Andrea che viene spesso taciuto dalla grande informazione. 
Noi castronovesi, con la nostra volontà e soltanto la nostra, continuiamo a portarci avanti consapevoli che il nostro Santo vive in tantissimi cuori, anche senza propaganda televisiva, anche senza miracoli che per essere tali hanno bisogno della informazione e dello scoop giornalistico. Per vero accettiamo testimonianze di persone che, non amando apparire per pudore, ritengono di avere avuto una speciale grazia dal nostro Santo, ritengono di essere stati miracolati. Pur non avendo strumenti per valutare in modo oggettivo queste testimonianze e pur non entrando nello specifico dell’eventuale miracolo, l’unica certezza che rimane è che il nostro Santo continua ad operare nel silenzio, quando la televisione è spenta.

Mario Di Sario