In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia vogliamo rendere un omaggio, ricordandoli, anche ai tanti Castronovesi che hanno contribuito ad unire con il loro patriottismo la nostra Patria…

Estratto dal “Dizionario dei Patrioti Lucani Artefici e Oppositori (1700-1870)” di Tommaso Pedio

DE MARIA Giuseppe. Nacque a Castronuovo S. Andrea. Artigiano, fu affiliato alla Carboneria e concorse alla costituzione della vendita la Giovane Italia che, nel 1848, ebbe diramazioni nel basso lagonegrese. Arrestato nel gennaio del 1850 per rispondere di associazione illecita mercè cospirazione ad oggetto di attentare alla sicurezza interna dello Stato, usufruì della sovrana indulgenza del 20 aprile 1850. Escarcerato nell’ottobre del 1851, venne incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia.

DE NIGRIS Pasquale. Nacque a Castronuovo S. Andrea. Aderì al movimento liberale. Affiliato alla Carboneria, nel 1848 si schierò con la corrente radicale e fu fautore dell’intervento armato in Calabria. Deferito alla Gran Corte Criminale di Basilicata per rispondere di associazione illecita ad oggetto di distruggere l’attuale governo ed attentato alla sicurezza interna dello Stato, usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850. Archiviati gli atti a suo carico con provvedimento del 26 febbraio 1851, fu incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia.

DI GIURA Pasquale. Nacque in Castronuovo S. Andrea. Artigiano, affiliato alla Carboneria, fece parte della vendita la Giovane Italia che svolse la propria attività in Castronuovo e nei centri abitati limitrofi. Nel 1848, fautore dell’intervento armato in Calabria, concorse alla formazione di reparto armati destinati a Campotenese. Arrestato nel 1849 per rispondere di cospirazione e di attentato alla sicurezza interna dello Stato, usufruì della sovrana indulgenza promulgata il 17 gennaio 1852. Escarcerato con provvedimento del 22 ottobre 1852 e non del del 26 febbraio 1851, venne incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia.

GIANNI Francesco Saverio. Nacque in Castronuovo di Sant’Andrea. Avvocato. Ancora studente nella facoltà di Giurisprudenza a Napoli, ebbe contatti con esponenti del movimento liberale. Nel 1860 fu tra gli insorti e, accorso incontro a Garibaldi, lo seguì a Napoli. Ufficiale della Guardia Nazionale, si distinse successivamente nella lotta al brigantaggio.

GIURA Alessandro. Nacque in Castronuovo il 10 aprile 1826 da Giuseppe Andrea e Rosa Lacava. Dal padre sostituto cancelliere comunale, iscritto nei ruoli dei contribuenti del 1829 per un imponibile di 200 ducati, fu avviato agli studi letterari. Fu allievo di Domenico Giura, di Francesco Paolo Castronuovo e, infine, del canonico Antonio Vitale. Poeta e letterato, lasciò inediti saggi di storia letteraria e una raccolta di poesie. Manifestò sempre sentimenti liberali e nel 1860 fu sindaco del suo paese. Morì in Castronuovo il 31 agosto 1878.

GRAZIANO Andrea. Nacque in Castronuovo di Sant’Andrea. Popolano, partecipò ai moti antifrancesi scoppiati in Basilicata nel luglio del 1806. Datosi successivamente alla guerriglia, cadde in conflitto contro le forze regolari.

GRECO Giacomo Nicola. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea il 9 marzo 1824 da Andrea e Anna Maria Appella. Sacerdote, iscritto nei ruoli dei contribuenti per un imponibile di 31,11 ducati, si schierò contro il movimento liberale e nel settembre del 1860 fu arrestato perché si permetteva pronunziare pubblicamente voci sconfortanti contro l’attuale Governo. Usufruì dell’amnistia del 17 febbraio 1861.

GRECO Vincenzo. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea verso il 1810 da Giambattista e da Maria Battista D’Alascio. Dal padre massaro benestante iscritto nei ruoli dei contribuenti per un imponibile di 48,98 ducati, fu avviato alla carriera ecclesiastica e seguì i suoi studi nel Seminario di Tursi. Nel 1847 fu tra coloro che promossero la ricostituzione delle forze carbonare nella vendita che, sottola denominazione di Giovane Italia, svolse notevole attività nel 1848 nei centri abitati del distretto di Chiaromonte. Fautore dell’intervento armato in Calabria, promosse arruolamenti di volontari per Campotenese. Ricercato dalla polizia borbonica sin dal 1849, si rese latitante e, costituitosi dopo la promulgazione dell’editto Nunziante, fu trattenuto in stato di detenzione. Escarcerato il 26 gennaio del 1851, fu incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di Polizia.

GUARINO Giuseppe. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea da Gianlorenzo. Affiliato alla Carboneria, fece parte della vendita che, sotto la denominazione di Giovane Italia, svolse notevole attività nel 1848 in quel centro abitato. Accusato di associazione illecita con vincolo di segreto ad oggetto di distruggere l’attuale legittimo Governo, usufruì della sovrana indulgenza promulgata il 10 aprile 1850.

LACAVA Carlo. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea verso il 1820 da Giuseppe Andrea. Appartenente a famiglia della media borghesia, nel 1848 si schierò con il movimento liberale e nel 1860, tenente della Guardia Nazionale, stroncò in sul nascere una manifestazione legittimista scoppiata nel suo paese il 20 ottobre 1860 allo scopo di impedire lo svolgimento delle operazioni del plebiscito. Partecipò successivamente alla lotta al brigantaggio.

LACAVA Gerardo. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea verso il 1814 da Giovanni Battista. Galantuomo. Aderì al movimento liberale e, nel 1848, fece parte della vendita carbonara costituitasi nel suo paese sotto la denominazione di Giovane Italia. Fautore dell’intervento in Calabria, fu accusato di associazione illecita ad oggetto di distruggere e cambiare il legittimo Governo. Usufruì della sovrana indulgenza promulgata il 10 aprile 1850 e, disposta l’archiviazione degli atti a suo carico, venne incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia. Nel 1860 accettò il programma del Comitato dell’Ordine e, decurione del suo paese, partecipò ai moti insurrezionali.


LACAVA Giustiniano. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea da Giuseppe Antonio. Galantuomo. Dopo il 1848 fu incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia. Nel 1860 accettò il programma del Comitato dell’Ordine e, nell’agosto, fu tra gli insorti del suo paese che vennero aggregati alla VI colonna delle forze insurrezionali lucane che operò al Comando di Acquilante Persiani. Membro della Commissione incaricata di raccogliere le offerte volontarie per il movimento insurrezionale, il 27 agosto fu chiamato a far parte dello Stato Maggiore della Brigata Lucana in qualità di Quartier Mastro. Con provvedimento del 17 settembre 1860 fu nominato giudice circondariale ed assegnato a Corleto Perticara.

LACAVA Nicola di Giovanni. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea l’11 marzo 1809 da Giovanni Andrea (e non Giambattista) e da Maria Rosa de Nigris. Dal padre, proprietario iscritto nei ruoli dei contribuenti per un imponibile di duc 69,33, fu avviato alla carriera ecclesiastica. Educato nel Seminario di Tursi, rientrò nel suo paese dove fu sacerdote. Affiliato alla Carboneria, fece parte della Vendita che, costituitasi in Castronuovo sotto la denominazione di Giovane Italia, nel 1848 ebbe diramazioni nei paesi limitrofi. Componente del Circolo Costituzionale costituitosi in Castronuovo nel maggio 1848 e fautore dell’intervento armato in Calabria, venne arrestato nel maggio del 1850 per rispondere di cospirazione e di associazione illecita sotto il titolo di Giovane Italia ad oggetto di distruggere e cambiare il legittimo governo. Usufruì della sovrana indulgenza promulgata il 10 aprile 1850 ed, escarcerato con provvedimento del 26 febbraio 1851, venne incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di Polizia. Accusato ancora di aver promosso la la partenza degli armati per Campotenese e tenuta corrispondenza con gl’insorti calabresi nel 1848, subì altra procedura per attentato alla sicurezza interna dello Stato per cui usufruì della sovrana indulgenza promulgata il 19 maggio del 1854.

LACAVA Nicola di Giuseppe. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea da Giuseppe Andrea. Nipote dell’omonimo che, tenente della Guardia Civica del suo paese, nel 1815 organizzò un reparto armato per opporsi alla restaurazione borbonica, manifestò sempre sentimenti liberali. Affiliato alla carboneria, fece parte della Vendita costituitasi nel suo paese sotto la denominazione di Giovane Italia. Arrestato nel 1848 per rispondere di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato e di associazione illecita col titolo di Giovane Italia ad oggetto di distruggere e cambiare il legittimo Governo nel 1848, usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850. Escarcerato con provvedimento del 26 febbraio 1851, venne incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di Polizia.

LACAVA Paolo. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea. Sacerdote. Alto dignitario carbonaro, fu Sommo Sacerdote della vendita che, costituitasi nel 1848 in Castronuovo con la denominazione di Giovane Italia, ebbe diramazioni nei paesi limitrofi. Fautore dell’intervento armato in Calabria, nel giugno del 1848 si mise in contatto con gli insorti di Campotenese e con Rocco de Petrocellis il quale, da Missanello, organizzava con Francesco de Leo i liberali dei paesi dell’alta Val d’Agri. Ricercato dalla polizia borbonica per rispondere di associazione illecita col titolo di Giovane Italia e di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato, si costituì dopo la promulgazione dell’editto Nunziante. Usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850 e, disposta l’archiviazione degli atti a suo carico con provvedimento del 26 febbraio 1852, venne incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di Polizia.

LANZA Vincenzo Maria. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea il 2 settembre 1801 da Giuseppe Andrea e da Grazia Pesce. Proprietario, era iscritto nei ruoli dei contribuenti per un imponibile di 97,02 ducati. Aderì al movimento liberale. Affiliato alla Carboneria, fu alto dignitario della Vendita che, sotto la denominazione di Giovane Italia, operò nel 1848 nei paesi del distretto di Chiaromonte. Fautore dell’intervento armato in Calabria, accettò il programma radicale e favorì i moti contadini. Ricercato dalla polizia borbonica quale vice capo della Setta della Giovane Italia con il titolo di Gonfaloniere, fu arrestato nel gennaio del 1850. Accusato di aver promosso la partenza degli insorti per Campotenese e tenuto corrispondenza cogli insorti, usufruì della sovrana indulgenza. Disposta l’archiviazione degli atti a suo carico ed escarcerato con provvedimento del 26 febbraio 1851, venne incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia.

BELLIZZO Pasquale. Bellizio Pasquale nacque in Castronuovo Sant’Andrea verso il 1823 da Giuseppe. Popolano, fu tra i promotori dei moti contadini scoppiati a Roccanova il 18 agosto 1860 e conclusisi con l’occupazione di quel bosco comunale. Usufruì della indulgenza promulgata dal Governo Prodittatoriale Lucano il 29 agosto 1860.


BULFARO Giuseppe. Nacque verso il 1840 in Castronuovo Sant’Andrea da Donato. Pastore analfabeta, soprannominato Tedesco, dopo il 1860 aderì al brigantaggio e fece parte prima della banda Cotugno, poi di quella Scavariello. Arrestato nel giugno del 1864, fu condannato a 20 anni di lavori forzati.
CARUSI Rocco. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea. Dottore in utroque jure, fu alto dignitario carbonaro e, delegato dalla vendita del suo paese, partecipò alla Grande Assemblea del Popolo Carbonaro della Lucania Orinetale tenutasi a Potenza l’11 agosto 1820.

CIANCIA Nicola. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea da Pasquale. Popolano, partecipò ai moti antifrancesi scoppiati in Basilicata nel luglio del 1806 e datosi successivamente alla guerriglia, fu catturato e giustiziato in Matera nel 1807.

CONTINANZA Salvatore. Nacque in Castronuovo Sant’Andrea. Artigiano, nel 1848 fu affiliato alla vendita carbonara del suo paese ricostituitasi in quell’anno sotto la denominazione di Giovane Italia. Accusato di cospirazione per oggetto di distruggere e cambiare la forma del legittimo Governo ed eccitamento de’ sudditi ed abitanti del regno ad armarsi contro l’Autorità Reale, sfuggì alla cattura rendendosi latitante. Costituitosi dopo la promulgazione dell’editto Nunziante, usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850.

SIMONE Giuseppe Antonio. Nacque in Castronuovo, ora C. Sant’Andrea, verso il 1821. Nel 1843 si trasferì a Rotondella dove aprì bottega di orefice e strinse rapporti con i liberali di questo centro abitato che avevano accettato il programma giobertiano e costituito una società segreta, la Giovane Italia, una associazione di carattere locale da non confondersi con l’omonima Setta Mazziniana. Dopo il 15 maggio sostenne l’intervento armato in Calabria. Accusato di cospirazione ed attentato contro la sicurezza interna dello Stato ad oggetto di distruggere e cambiare il Governo ed eccitamento ad armarsi contro L’Autorità Reale, usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850. Disposta l’archiviazione degli atti a suo carico con provvedimento del 29 ottobre 1850, fu incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia.

TRAVASCIO Filippo. Nacque in Castronuovo, ora C. Sant’Andrea, il 3 giugno 1816 da Raffaele e da Maria Teresa Pesce. Sacerdote. Iscritto nei ruoli fondiari per un imponibile di duc. 50,22. Affiliato alla società segreta che, accettato il programma giobertiano sotto la denominazione di Giovane Italia, raccoglieva nel 1848 gli antichi settari e le forze liberali operanti in Castronuovo e nei centri limitrofi, dopo il 15 maggio sostenne l’intervento armato in Calabria e promosse la formazione di un reparto con il quale nel giugno accorse a Campotenese. Arrestato nel febbraio del 1850 per rispondere di cospirazione mercé associazione illecita con vincolo di segreto costituente la setta denominata la Giovane Italia con oggetto di distruggere e cambiare il legittimo Governo ed eccitamento ad armarsi contro l’Autorità Reale, usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850. Escarerato con provvedimento del 26 febbraio 1851, fu incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia.

TRAVASCIO Nicola. Di Gennaro nacque a Castronuovo, ora C. Sant’Andrea. Sacerdote. Antico settario, accettato il programma giobertiano, concorse alla ricostruzione della vecchia Vendita carbonara del suo paese che, con la denominazione di Giovane Italia, raccolse elementi liberali e svolse la sua attività nel 1848. Implicato in un processo per cospirazione mercè associazione illecita con vincolo di segreto costituente la setta denominata la Giovane Italia ad oggetto di distruggere e cambiare il legittimo Governo, usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850. Archiviati gli atti a suo carico, venne incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia. Arrestato nuovamente per rispondere di discorsi sediziosi, il 20 maggio del 1851 fu condannato a otto mesi di prigionia. Non scontò la pena per effetto della sovrana indulgenza del 19 maggio 1851. Nel 1860 aderì al movimento insurrezionale ed ottenne pensione quale danneggiato politico. Morì a Potenza il 24 luglio 1862.


TRAVASCIO Nicola. Di Giandomenico nacque a Castronuovo, ora C. Sant’Andrea. Artigiano. Fu coinvolto nel processo a carico dei suoi concittadini accusati di aver costituito nel 1848 una associazione illecita con vincolo di segreto costituente la setta denominata la Giovane Italia - da non confondere con l’omonima setta mazziniana - ad oggetto di distruggere e cambiare il legittimo Governo. Usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850. Gli atti a suo carico vennero archiviati con provvedimento del 26 febbraio 1851.

TRAVASCIO Nicola. Nacque in Castronuovo, ora C. Sant’Andrea, il 24 giugno 1785 da Pasquale e da Felicia Galisciani. Arciprete del suo paese. Affiliato alla Carboneria, nel 1848, accettato il programma giobertiano, contribuì a riorganizzare la vecchia Vendita Carbonara di Castronuovo in una associazione illecita con vincolo di segreto sotto la denominazione la Giovane Italia ad oggetto di distruggere e cambiare il legittimo Governo. Accusato di cospirazione, di appartenenza a società illecita e di aver promosso, dopo il 15 maggio, la partenza di armati per Campotenese e di aver tenuta corrispondenza con gl’insorti calabresi, fu arrestato nel febbraio del 1850. Usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850 ed, escarcerato il 26 febbraio 1851, fu incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia. Arrestato nuovamente per discorsi sovversivi, fu condannato il 20 maggio del 1851 ad otto mesi di prigionia. Ma non scontò la pena inflittagli perché usufruì della sovrana indulgenza del 19 maggio 1851. Nel 1860 accettò il programma del Comitato dell’Ordine ed aderì al movimento insurrezionale.

TRAVASCIO Pasquale. Nacque a Castronuovo, ora C. Sant’Andrea. Possidente. Affiliato alla Carboneria nel 1820, nel 1848, accettato il programma giobertiano, concorse alla riorganizzazione della vecchia Vendita carbonara del suo paese nella associazione illecita con vincolo di segreto costituente la setta denominata la Giovane Italia. Coinvolto nel processo per cospirazione a carico degli affiliati alla predetta associazione segreta, usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850.

TRAVASCIO Raffaele. Nacque a Castronuovo, ora C. Sant’Andrea,verso il 1792 da Pasquale e da Felicia Galisciano. Proprietario. Era iscritto nei ruoli fondiari per un imponibile di duc. 53,39. Affiliato alla Carboneria e dignitario della Vendita del suo paese nel Nonimestre, nel gennaio del 1848 partecipò ad un incontro di vecchi settari in cui fu deciso di riorganizzare la vecchia Vendita carbonara in una associazione con indirizzo giobertiano con la denominazione di Giovane Italia. Questa nuova Setta, da non confondere con la omonima Setta Mazziniana, ebbe proseliti a Castronuovo e nei paesi limitrofi. Accettò il programma del Circolo Costituzionale Lucano e, dopo il 15 maggio, sostenne l’intervento armato in Calabria. Accusato di cospirazione mercè associazione illecita con vincolo di segreto costituente la Setta denominata Giovane Italia ad oggetto di distruggere e cambiare il legittimo Governo e di eccitamento ai sudditi ed abitanti del Regno ad armarsi contro l’Autorità Reale, usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850. Disposta l’archiviazione degli atti a suo carico con provvedimento del 26 febbraio 1851, venne incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia.

VOZZA Giuseppe. Nacque a Castronuovo, ora C. Sant’Andrea, verso il 1815 da Michele e da Marianna Vita. Medico. Cancelliere comunale del suo paese nel 1848, aderì alla ricostituita Vendita carbonara che, sotto la denominazione di Giovane Italia, raccolse antichi settari che avevano accettato il programma giobertiano. Accusato di cospirazione mercè associazione illecita con vincolo di segreto costituente la Setta denominata Giovane Italia con oggetto di distruggere e cambiare il legittimo Governo, usufruì della sovrana indulgenza del 19 maggio 1851. Disposta l’archiviazione degli atti a suo carico fu destituito dall’impiego e, incluso tra gli attendibili politici, venne sottoposto a sorveglianza di polizia. Estraneo ai fatti del 1860, dopo l’annessione delle Province Napoletane al Piemonte aderì ai Comitati borbonici e nel 1861 fu denunziato per corrispondenza con malfattori. Morì a Castronuovo il 19 ottobre del 1862.

VOZZA Michele. Nacque in Castronuovo, ora C. Sant’Andrea. Civile. Nel 1848 fece parte della ricostituita Vendita carbonara che, sotto il nome di Giovane Italia, era stata ricostituita da elementi carbonari del suo paese che avevano accettato il programma giobertiano. Coinvolto nel processo a carico degli affiliati a questa Setta denominata la Giovane Italia, usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850. Disposta l’archiviazione degli atti a suo carico con provvedimento del 26 febbraio 1851, fu incluso tra gli attendibili politici e sottoposto a sorveglianza di polizia.

PINO DI SARIO