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Nel 1953, subito dopo aver esposto alla II Biennale di San Paolo del Brasile, è tra i finalisti del Concorso Internazionale per il Monumento al Prigioniero politico Ignoto, il cui progetto viene esposto alla Tate Gallery di Londra. Gli viene assegnato il premio BaltasarGavilan per essere stato l’unico scultore sudamericano prescelto nelle selezioni. Dopo questo primo riconoscimento riceve incarichi per diverse opere pubbliche, tra cui il Monumento a Remòn e Panama (1955), le sculture degli Apostoli per la Chiesa di San Filipppo a Lima (1956), il Portone Monumentale del Cimitero di Lima (1957), L’Annunciazione per la Chiesa di Santa Rosa a Lima (1959). Sono gli anni in cui, attraverso molteplici sperimentazioni articolate nell’uso di materiali diversi (legno, ferro e ottone), perviene a costruzioni formali di sintesi astratta, in impianti architettonici simmetrici, fondati su un vitalismo magico di memoria antropologica precolombiana. Al contempo, ha un’intensa produzione grafica in cui la tematica svolta nella scultura acquista particolari toni narrativi visionari. Espone i risultati di questo lavoro al Museo d’Arte Moderna di San Paolo del Brasile, al Petit Palais di Parigi, alla II Biennale di Salisburgo, alla Pan American Union di Washington, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, alla XXXII, alla XXXIII e alla XXXVI Biennale di Venezia, alle Alternative Attuali 2 e 3 de L’Aquila, alla Galleria La Medusa di Roma, al Museo d’Arte Moderna di Philadelphia, alle biennali di Gubbio e di Carrara Con le mostre, cresce l’interesse della critica internazionale che allinea i nomi di Argan, Carandente, Crispolti, De Micheli, Dypreau, GòmezSicre, Jaguer, Marchiori, Moreno Galvàn, Mendes, Neruda, De Oteiza, Pierre, Rodriguez Saavedra, Trucchi, Venturi. 
Nel 1967riceve l’incarico per realizzare la statua dell’Inca Garcilaso della Vega a Villa Borghese a Roma. Accanto all’attività artistica, affianca anche quella di Console del Perù prima, e poi di Consigliere culturale presso l’Ambasciata peruviana a Roma.
Per spazi pubblici,realizza monumenti che si trovano a Buenos Aires, Caracas, Genova, Lima, Panama, Roma, Tuoro sul Trasimeno e Viterbo. Attiva la sua presenza in mostre personali e collettive in tutto il mondo: Caracas, Parigi, Madrid, Roma, Colonia, Budapest, Bruxelles, Buenos Aires, e l’ingresso in collezioni di prestigio, prime fra tutte quelle dei maggiori Musei del mondo. Il MUSMA di Matera ha nelle sue collezioni una scultura donata da Ivo e Valeria Gramiccia e una proveniente dalla Famiglia Roca-Rey. Muore a Roma nel 2004. La sua vita verrà ricostruita, attraverso immagini e documenti, nella Biblioteca Scheiwiller.Nella Saletta della Grafica, per chiarire i rapporti di J. Roca-Rey col Surrealismo, opere di Arp, Brauner, Calder, Dalì, De Chirico, Dominguez, Ernst, Hare, Lam, Magritte, Man Ray, Masson, Matta, Mirò, Picabia, Picasso, Tanguy, DorotheaTanning, 
La mostra, prima dell’inaugurazione, nella Sala Fazzini, dopo i saluti del Presidente della Fondazione Zetema, Raffaello De Ruggieri, sarà illustrata da Giuseppe Appella e Marta Ragozzino.L’attore Blas Roca-Rey, figlio dell’artista, che dal 1980 lavora nel teatro, nel cinema e in televisione con registi come Longoni, Manfredi, Sindoni, Muccino, Parodi, Camerini, L. Wertmuller, Scaparro e Trionfo, ricorderà il padre con un omaggio di Guido Strazza e la lettura de Il racconto dell’isola sconosciutadi JosèSaramago,la piccola grandeavventura di un uomo caparbio e sognante alla ricerca di se stesso.

La mostra rimarrà aperta fino al 14 maggio 2011.

PINO DI SARIO