Ricollocata sulla facciata della Chiesa Madre la Lapide dei Caduti rimossa in occasione dei lavori di ristrutturazione della stessa Chiesa Madre circa 5 anni fa...

 

Era il lontano 1922; la comunità di Castronuovo di Sant’Andrea a perenne memoria di chi cadde vittima della Grande Guerra, per tutti la Prima Guerra mondiale (1915-1918), collocò sulla parete della Chiesa Madre una grande Lapide.
Il 31 marzo 2012 è e diverrà, per l’avvenire, un giorno importante, di gioia, di festa per la comunità castronovese e, sicuramente, non è retorica affermarlo, per la nostra amata Patria.
Alla presenza del Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, della Giunta Comunale, del Parroco Don Domenico, del Comandante di Stazione dei Carabinieri di Castronuovo Maresciallo Merlino, dei bambini della scuola elementare e dei numerosi castronovesi accorsi vi è stata la cerimonia del ripristino della Lapide ai caduti.
L’occasione della ricollocazione del monumento ai caduti, dopo un periodo di cinque anni, un periodo relativamente breve, ma lungo e pesante per il vuoto della memoria storica creatosi, diviene motivo di orgoglio per rendere solennemente omaggio ai castronovesi caduti nella Prima e Seconda Guerra mondiale ed ai castronovesi resi invalidi durante i conflitti bellici.
Ricorre, in questa giornata, quasi un secolo da quando venne eretto questo monumento storico, sul quale sono riportati i nomi degli 86 castronovesi che diedero la propria vita per un alto ideale: il valore inestimabile dell’amor di Patria; un ideale che, purtroppo, quotidianamente viene bistrattato, dileggiato, oltraggiato e mai vissuto realmente.
Il numero dei caduti può essere anche non rappresentativo di tutte le singole famiglie castronovesi, certamente, però, simbolizza la fierezza di tutti noi castronovesi per il perenne monito che questa lapide riesce a trasmettere.
Cari lettori, spero che comprendiate il titolo del presente articolo; nella sua crudezza, senza entrare nei particolari delle singole responsabilità che vi sono state, c’è l’astio personale verso tutto il (mal)trattamento arrecato, per alcuni, ad un pezzo di marmo accantonato per troppo tempo, cinque anni, in un locale comunale a mo’ di pietre, per il sottoscritto, invece, al monumento bellico, ma, al contempo, simbolo di sacrificio e di libertà.
Il sacrificio di tanti castronovesi e di tutti i caduti non sarà vano se le generazioni future, memori delle atrocità della Grande Guerra e delle numerose guerre che ancora vi sono, sapranno vivere il proprio tempo nella pace divenendo strumenti di diffusione del rispetto delle diversità, della tolleranza verso le minoranze e dell’amore verso il prossimo.

Mario Di Sario