Sembra che i Maya abbiano sbagliato e sbagliato di grosso! Pur avendo previsto cose molto più difficili da poter essere solamente immaginate sono scivolati sulla più classica delle previsioni quella dell'Apocalisse... 

Cari lettori, alle ore 17:14 del giorno 21/12/2012 sul meridiano (12°27' 08,40" E di Greenwich) di riferimento in Italia passante per l’osservatorio di Monte Mario in Roma, sono pervaso da sentimenti contrastanti: di gioia perché non è avvenuto nulla di quanto predetto dagli “interpreti” per eccellenza degli astri, meglio conosciuti come i Maya, e di rabbia perché non è avvenuto nulla di quanto predetto da questi Maya; c’è una sensazione, in me, di incertezza perché viene meno la fiducia in un popolo che aveva avuto in dono la capacità di scrutare il futuro (loro stessi, i Maya, pensavano di essere in questa condizione), ma nello stesso tempo una sensazione di conforto pensando a quanto sia imperscrutabile il disegno del creato e del Creatore.

Chiedo scusa ai lettori per aver dato notizie inesatte riguardo l’apocalisse annunciata senza alcun margine di errore; anche io, più di voi, sono stato tratto in inganno da un popolo, forse burlone, che a distanza di millenni fa parlare ancora di se stesso.

Constato, mio malgrado, di non essere stato nemmeno in grado di interpretare i cosiddetti sacri testi, meglio conosciuti come la Bibbia; è fin troppo facile però, e qui mi rivolgo agli autori materiali dei testi sacri, anche se non presenti, per motivi di ordine anacronistico, annunciare la fine dei tempi, la fine del mondo, la rinascita di un mondo nuovo, il ritorno del paradiso perduto e via discorrendo quando non c’è una data certa e sicura, rimandando sempre ad kalendas graecas, ovvero ad una data inesistente.

Cari lettori, pensando di non ritornare più sui Maya, sui profeti catastrofici e su quant’altro ne possa scaturire, vi chiederete, giustamente, quale sia la conclusione dell’articolo.

Rispondo, con estrema ed assoluta semplicità, con sintetici consigli: vivere pienamente il presente senza rimandare sempre ad un futuro logicamente inesistente; non vivere nella presunzione di essere gli unici interpreti del disegno misterioso di un dio creatore; infine, non ritenere, ed io l’ho sperimentato, le popolazioni antiche, valga per tutte quella dei Maya, gli unici depositari della conoscenza del futuro. 

D’ora in avanti non crederò più alle profezie, qualunque sia la fonte, confidando sulla ragione che appartiene ad ogni individuo e riterrò la Bibbia, per essere più precisi soltanto i quattro vangeli, come la manifestazione di un uomo, un tale Esseno di nome Gesù, che ha portato nel mondo pace ed amore e non la prefigurazione di eventi catastrofici futuri. Vatti a fidare dei Maya... e pensare che avevano previsto (nel senso di vedere prima) anche oggetti non identificati.

P.S. c’era persino chi, tra i conoscitori dei Maya, si era spinto oltre la razionalità umana, manifestando secondo me segni di evidente ed inequivocabile instabilità mentale, ed aveva previsto la fine del mondo avvenire secondo i fusi orari. Io non aggiungo altro!

Mario Di Sario