Il dibattito sulle origini

Anche se possono essere determinate soltanto per ipotesi e con ampia approssimazione, le origini di Castronuovo si fanno risalire tra il VII e il I secolo a.C. Il nome sembra proiettare la fondazione di Castronuovo nell’età Romana:

…nato come avamposto militare romano, successivamente distrutto o dismesso per poi essere ricostruito – Castra Nova – sulle rovine del precedente impianto…

Nell’estate del 73 a.C. in una scuola gladiatoria di Capua di Lentulo Batiato, scoppia una rivolta capeggiata da Spartaco – nato nella Tracia intorno al 104 a.c. da una famiglia di pastori – il quale, ridotto in miseria accetta di entrare nell'esercito romano con cui combatte in Macedonia col grado di milite ausiliario. La dura disciplina cui era obbligato e i numerosi episodi di razzismo che dovette subire all'interno della milizia lo convinsero a disertare e a scappare. Catturato e bollato come traditore viene condannato prima alla schiavitù e in seguito, intorno al 75 a.C., a fare il gladiatore;Spartaco fu obbligato a combattere contro belve feroci e contro altri gladiatori com'era in uso a quel tempo per divertire popolo e aristocrazia. Con una parte dei suoi compagni Spartaco, resosi conto delle inumani condizioni che Lentulo riservava a lui e agli altri gladiatori in suo possesso, decise di ribellarsi a questo stato di cose e nel 73 a.C. scappa dall'anfiteatro in cui era confinato. Lo seguono 200 compagni destinati poi ad aumentare. S’impadroniscono di armi e sconfiggono la guarnigione della scuola inviata sulle loro tracce. La rivolta aveva raccolto intorno a sé una massa enorme di schiavi e costituiva un pericolo molto grave per la stessa Roma dove, appena giunta la notizia degli ultimi avvenimenti, il senato affida il comando della guerra a Marco Licinio Crasso per cercare di ristabilire l’ordine e rendere inoffensivo, con una punizione esemplare, Spartaco e i ribelli suoi seguaci.

I ribelli in un primo momento tengono testa all’esercito del Pretore romano ma nel 71 a. C. raggiunti prima di potersi imbarcare per i “patri lidi” cadono in una delle battaglie descritta come una delle più atroci del secolo.Non c’è accordo sul luogo della battaglia definitiva che con la morte di Spartaco pone fine alla guerra servile; Frontino parla della pianura di Paestum; Orosio parla di un posto vicine al fiume Silarus (Sele); Theodor Mommsen parla di Eraclea: dove “il grande capitano dei banditi, e con lui i migliori dei suoi compagni d’arme, incontrarono la morte degli uomini liberi e dei soldati d’onore”; F. Bertoli ritiene che l’ultima battaglia avvenne sul Silaro; Giuseppe Guida parla delle rive del Bradano nel Metapontino; Emanuele Greco scrive: “In Lucania soggiornò a lungo Spartaco tra il 73 ed il 71 a.C.; la presenza di un numero altissimo di servi, dovuto al grande sviluppo del latifondo, permise a Spartaco una serie di successi e l’ingrossarsi delle sue file. In un luogo imprecisato che l’autore erroneamente chiama la palude lucana si ebbe il primo decisivo scontro tra i seguaci di Spartaco e i seguaci di Crasso; la battaglia che forse si svolse alle sorgenti del Sele, mise, poi, fine alla guerra servile”. Anche se non è facile capire dove la storia cede il passo alla leggenda, e dove il mito riveste, nascondendola, una precisa realtà, Alberto Mobilio nel suo “Castronuovo di Sant’Andrea leggenda storia memoria” dando anche credito al racconto del Giovagnoli (Spartaco, Carrara, Milano 1889), ipotizza che la fondazione di Castronuovo, di indubbia origine romana, possa e debba collegarsi al periodo della guerra servile (73-70 a.C.) cosi che il toponimo di “Castra” gli è derivato dagli accampamenti che il pretore Marco Licinio Crasso, fece approntare nei paraggi di “un lago della Lucania le cui acque, dicono, ogni tanto cambiano natura e diventano dolci, poi di nuovo amare, e non si possono bere” (Plutarco, Vite Parallele). 

Alberto Mobilio, con ardita ipotesi, ha ritenuto di collocare a sud-ovest della zona racchiusa tra le montagne Piano dei campi Mastro Ciardi e Castagneto che ancora oggi, come da tempi remoti, continua ad essere denominata “contrada del Lago”; questa contrada è stata nel corso dei secoli letteralmente sconvolta da ricorrenti calamità naturali subendo radicali modificazioni sia sotto l’aspetto geomorfologico che paesaggistico.Francesco Elefante – d’altro canto – nella sua “Storia di Castronuovo di Sant’Andrea Paese di Lucania” e nel suo “Saggio storico su Chiaromonte. Il territorio. Dalle origini all’unità d’Italia” ritiene che non via traccia nella storiografia antica dei movimenti di Spartaco in questa parte della Lucania e che la notizia della “Battaglia di Chiaromonte” è solo il frutto della ricostruzione romanzesca del Giovagnoli il quale, ispirandosi liberamente a Plutarco, identificò un “certo colle” della Lucania con Claromons. Quindi – continua Elefante – posto che la fondazione di Castronuovo non può essere riferita al periodo della guerra servile, occorre stabilire ulteriori momenti e circostanze che dettero luogo a questo insediamento militare. Sempre a parere di Elefante, la fondazione più recente deve essere messa in relazione con le prime invasioni barbariche avvenute nel V – VI secolo d.C. quando la popolazione agreste, dispersa nelle campagne, si rifugiò nell’antico campo militare, restaurandolo e rinforzandolo per salvarsi dagli assalitori. Prese il nome di Castrum Novum per distinguerlo dal precedente, deperito per varie cause. Il catrum veterum si identificava con una fortezza eretta presumibilmente ex novo dai Romani nella fase della conquista della Lucania nel IV – III secolo a.C. A questo centro più antico si riferirebbero anche i vasi greci recuperati durante la costruzione della rotabile per Roccanova, poco oltre il Parco della Rimembranza, e subito dispersi, a testimonianza che questo centro, più antico, manteneva rapporti commerciali con Siris già nel VII secolo a.C.