La Satira «È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene.» (Prima sezione penale della corte di Cassazione, sentenza 9246/2006)...

 

Il dibattito televisivo riguardante la satira ha attirato la mia attenzione tanto da indurmi a rifletterne con i visitatori.

Non è mia volontà parteggiare tra i favorevoli o piuttosto i contrari sull’episodio che ha scatenato lo sdegno persino della terza carica dello Stato!

In ogni democrazia ognuno ha il diritto di manifestare il proprio pensiero attraverso la forma che ritiene più consona alle proprie capacità: questo lo stabilisce la nostra Costituzione!

Se viene meno questo diritto cade la democrazia dando origine ad una forma di regime; in Italia fortunatamente non siamo pronti per questa nuova esperienza politica! A questo proposito, cari visitatori, permettete però di evidenziare un episodio satirico straordinario. A mia memoria tra i tanti governi che negli ultimi vent’anni si sono succeduti in Italia soltanto un Presidente del Consiglio ha presentato una querela, che poi è stata ritirata, verso l’autore di  una vignetta satirica che lo riguardava: un piccolo aiutino, per chi non ricorda e/o non sa di chi si parla, è che non si parla del tanto odiato, avversato e quotidianamente oggetto di satira Berlusconi.

Non è facile parlare di satira poiché ad ogni giudizio ne verrebbe contrapposto un altro ed ambedue sarebbero potenzialmente giusti e validi; io, ad esempio, potrei considerare la satira come metodo comunicativo ed, al contempo, strumento di denigrazione. Risulta del tutto evidente che il giudizio varia dal punto di vista dei sostenitori o degli oppositori del soggetto/oggetto della satira!

Stare in Parlamento, essere al centro di un dibattito politico, apparire nei programmi televisivi che parlano di politica, etc. sono circostanze di prestigio e di fama, ma rendono, voltando la medaglia, un personaggio vulnerabile agli attacchi della satira, la quale, si badi bene, non sempre viene dagli avversari.

Il consiglio che cerco di dare è che la satira con il “castigat ridendo mores” dovrebbe essere presa come sprone a fare meglio, a migliorare e migliorarsi e se questo si raggiunge con una risata … ben venga la satira!

Termino questa breve riflessione ricordando a me stesso ed ai lettori che il vero, unico ed inviolabile diritto della satira è quello di essere, in modo dichiarato, NON imparziale.

Mario Di Sario