Una partita di calcio che diviene il “pretesto” per stare seduti nel Parlamento è tipicamente del nostro Bel Paese. È un problema, quello di una partita di calcio, difficile da affrontare nelle sedi opportune perché non si sa di chi sia la competenza; tanto è vero, ed è da non credere, che una delegazione di parlamentari abbia girovagato in lungo ed in largo per venirne a capo;

il calcio giocato è il problema più importante ed il più impellente, se non l’unico, della nostra cara Italia. Ci si è recati all’ONU, dove il Segretario Ban Ki-moon dirime, quotidianamente, controversie attinenti al calcio italiano. Ban Ki-moon ha fatto sapere che metterà in agenda quanto prima, ma non prima di due giorni, il problema del calcio italiano; dopo la questione di poco conto dell’ISIS e del trascurabile virus Ebola saranno convocati d’urgenza tutti i Paesi membri per discutere la richiesta dei nostri parlamentari; ma prima di congedare la delegazione il Segretario alla domanda se in Italia non vi fossero altri problemi da affrontare, si dice, che abbia ottenuto un laconico “non sappiamo di cosa Lei parli !” Insoddisfatta dalla considerazione da parte dell’ONU, la delegazione è partita alla volta del Vaticano ritenendo che il Santo Padre, per i suoi trascorsi calcistici, avesse competenza a riguardo. Papa Bergoglio, salomonicamente, ha declinato, con molta sofferenza, l’invito a risolvere la questione inoltrata poiché già impegnato nel Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, ma soprattutto per ragioni che esulano dalla competenza territoriale vaticana; a proposito di ciò si vocifera che qualcuno vicino a Papa Bergoglio avesse lasciato trapelare un enigmatico “…se fosse avvenuto questo evento su un campo di calcio nei dintorni della Santa Sede !”

Perché non interpellare la NASA? Niente di più semplice. La Nasa (Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche), l’organo principalmente preposto a dirimere le questioni arbitrali del calcio italiano, ha fatto sapere al nostro Parlamento che risolverà la questione proposta nello spazio di qualche decennio, dopo avere ottemperato a problemi di poca importanza, quali ad esempio la nuova missione sulla Luna; purtroppo la Nasa comunica soltanto in inglese e non nell’inglese maccheronico tanto familiare ai nostri governanti, i quali forse non hanno ben capito e sono in attesa di un responso imminente.

Vista la poca attenzione rivolta al nostro calcio non si è pensato di meglio che far dirimere la questione all’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura). Interpellato l’UNESCO, si è ottenuta una risposta che sa di ilarità: “ma che c’azzecca !”.

Finalmente dopo aver gironzolato invano è stata inoltrata formale richiesta al Parlamento Europeo, a Strasburgo, per risolvere il difficilissimo problema del calcio in Italia; si attendono risposte in tempi moderatamente biblici. Strasburgo ha recepito dalla delegazione che in Italia non vi sono altri problemi da discutere in Parlamento: il lavoro pullula, non vi è disoccupazione, le tasse sono state abolite, non vi è criminalità, etc. etc. Parlando con serietà, e la cosa appare difficile a causa della genialata di alcuni nostri parlamentari, i quali hanno inoltrato un esposto alla CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) in merito ad un evento sportivo, rifletto se squadre quotate in Borsa siano libere o vincolate per il raggiungimento di un risultato sportivo!

Infine chiedo alla nostra; ammirabile per l’impegno, delegazione ed al Parlamento intero: per risolvere tutte le questioni importanti in Italia non abbiamo lo strumento, per eccellenza, il più democratico: il referendum? Ad ogni esito sportivo, non soltanto calcistico, viene indetto il referendum abrogativo e così, dopo aver raccolto le firme, se non piace un risultato, con il voto, lo si può annullare: tutti sarebbero felici! Questa è la soluzione, altro che andare in giro ed essere ridicolizzati!

Mario Di Sario