La prematura scomparsa di Sandro Berardone, sindaco di Castronuovo Sant’andrea, lascia un vuoto incolmabile e tante riflessioni per il piccolo paese lucano.

Dopo ogni evento c’è la riflessione. Anche dopo aver dato l’estremo saluto a Sandro Berardone c’è da riflettere.

Lo sgomento, l’ansia, la disperazione, il dolore e la rabbia, davanti a fatti del genere, ancora sono vivi e non ci abbandoneranno facilmente. La nostra comunità è frastornata come un bambino senza la mamma. Il paese di Castronuovo è caduto nella depressione più sconcertante. Lo si percepisce dai tanti scritti che si leggono sui mezzi di comunicazione, dai video, dai commenti sui social. Siamo impauriti nel pensare al domani senza un faro. Ma è qui che mi domando e chiedo: qual è l’eredità di Sandrino Berardone? Cosa lascia in ognuno di noi?

L’eredità di Sandrino è quell’aquila di cui parla Enzo Appella nel toccante componimento poetico? L’eredità di Sandrino saranno le sue idee, i suoi progetti e i suoi pensieri che un giovane lucano raccoglierà? Oggi siamo terrorizzati dal dolore, e abbiamo le idee confuse, ma dobbiamo guardare avanti con fierezza, la stessa che aveva lui nell’affrontare le cose. Non dobbiamo per esempio puntare il dito, lui non lo faceva. Lui preferiva il dialogo e il confronto anche aspro con i suoi detrattori perché alla fine il confronto politico è costruttivo, è stimolante, fa parte del gioco e chi offende non ha argomentazioni. L’eredità di Sandrino, per quel tanto che ho conosciuto e apprezzato è racchiusa nel suo modo di lavorare con attenzione morale ed etica di un uomo d’istituzione. Questa la differenza. Questo il punto: lui le cose le faceva e le sapeva fare, molti politici no. L’eredità di Sandrino è nella capacità di guardare oltre il muro, di delegare e avere fiducia negli altri, nella squadra. L’eredità di Sandrino è l’ottimismo, la fierezza, l’umiltà, la sfida. Raccogliamo la sfida, continuiamo ad investire sulla cultura. Castronuovo deve continuare in questo, insieme con l’aiuto di tutti. Affinchéuna morte non sia vana, deve unire e non dividere. Oggi questo percorso è in salita, oggi non sappiamo da dove iniziare, ma noi oggi non abbiamo altro modo per onorare la sua memoria se non raccoglierne l’eredità con coraggio.

Maria Antonietta Galasso.

 

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