Cari concittadini, siamo castronovesi e di conseguenza istintivamente siamo tifosi della squadra di calcio del nostro paese; in molti, nei decenni passati, siamo stati anche giocatori, sia quelli che tecnicamente risultavano mediocri come me, sia quelli, invece, che evidenziavano doti calcistiche non comuni;

tutti a dire però: "calcio è sempre stato e calcio sempre sarà!" questo per evidenziare che il calcio è un gioco maschio; è giusto sottolinearlo, ma senza permettere che il calcio degeneri in comportamenti di inciviltà.

Da quando esiste il calcio esistono le polemiche: ci si lamentava spesso delle decisioni arbitrali sfavorevoli e della mancanza di santi protettori nella Lega.  Si  viveva con passione la vigilia di ogni domenica; anche negli anni addietro  nella squadra vi era qualche giocatore che, suo malgrado, riusciva a lasciare la propria squadra in inferiorità numerica.

In sintesi, voglio sottolineare alcune cose: ora non siamo più ragazzi, molti di noi sono genitori, spettatori, cittadini di una comunità etc. etc. Non occorre lamentarsi del decadimento della cultura dello sport in Italia se poi noi stessi, nel nostro piccolo, non contribuiamo alla crescita di una comunità! In una squadra di calcio, prima che della costruzione tecnica con bravi giocatori, bisogna porsi il problema delle regole di comportamento, della disciplina, della gioia di fare sport, del piacere di confrontarsi con gli altri e del voler sempre dimostrare agli altri di essere più forti sul campo.

Secondo voi, correggetemi se sbaglio, che esempio diamo ai nostri figli, se la domenica li portiamo a vedere le partite facendoli assistere e coinvolgendoli, però, in risse ed in comportamenti deprecabili? Spetta a noi, adulti, educare i ragazzi ai valori dello sport.

Chiedo ad ognuno di noi quali vantaggi può trarre una società sportiva, che il nostro Presidente ha reso forte, da polemiche, articoli e messaggi, di dubbia utilità, sui social network? Penso che remare tutti nella stessa direzione sia la strada maestra per raggiungere un obiettivo!

Io ritengo che una squadra di calcio sia un  biglietto da visita importante per chi viene da fuori e per chi ci osserva lontano dalle nostre mura? Pertanto, la storia, le tradizioni, le bellezze di un territorio si valorizzano con la cultura dell’accoglienza, della tolleranza e della crescita civile. Concludo portandovi, ad esempio, la mia esperienza: dal 1986 al 1998 il Castronuovo, militando nella 2^ e 3^ categoria,  pur avendo molti giocatori del posto, a dire il vero non tutti con grandi qualità tecniche (escluso Dario Pesce e pochi altri), posso dirlo con orgoglio, veniva via dai campi di calcio degli altri paesi a testa alta e con educazione; anche in casa, noi giocatori cercavamo sempre di stemperare gli animi bollenti, azzerando tutte le tensioni a fine partita nel tentativo di dare sempre una buona immagine di noi castronovesi e consentire agli ospiti di conoscere, per mezzo dello sport, Castronuovo di Sant’Andrea.

Termino con un saluto augurando di poter vivere lo sport con gioia, premiando i comportamenti virtuosi, convinto che ne sarebbe orgoglioso, da lassù, anche il nostro caro Sandro Berardone, il quale tanto credeva nella positività dei castronovesi.

Alessandro Di Sario