Tra segno e poesia, l’ultimo raffinato lavoro dell’artista romagnola
Le “ali selvatiche” di Marisa Zattini
La mostra fino al 30 ottobre alla Biblioteca "Maria Goia" di Cervia  

****Nell’ambito dell’iniziativa “Pagine ad Arte” - rassegna ideata da Guerrino Siroli- Venerdì 2 ottobre 2015a Cervia, presso la Sala Tolmino Baldassari della Biblioteca Comunale “Maria Goia”, si inaugura la personale di Marisa Zattini “Ali selvatiche”. La mostra resterà aperta al pubblico per tutto il mese di ottobre in orario di apertura della Biblioteca.

“Ali selvatiche”comprende un corpus di quarantaquattro opere complessive così composto: diciassette interventi a china su lettera antica e altrettanti trasporti fotografici su lastra di alluminio trattato a specchio e dieci elementi dello stesso materiale nel formato 120 x 70 cm. Le opere di Marisa Zattini sono ispirate all’intensa prosa poetica Icaro, opera del drammaturgo toscano Fabrizio Parrini, che arricchisce il catalogo edito da Il Vicolo Editore a corredo della mostra. Esso documenta tutte le opere esposte a latere dei testi critici a firma di Gian Ruggero Manzoni e Gianfranco Lauretano, con un contributo di Chiara Settefonti.

****Scrive Manzoni: “Dal mito di Icaro si passa, simbolicamente, ad antiche lettere, sulle quali l’artista interviene coi suoi disegni a china, facendole, appunto, rivivere… ridonandocele (quali “iconografie storiche”) ... “Ali selvatiche”, perché arcaiche, istintive e primigenie nella loro essenza, risulta, in tale modo, quale piccolo “libro mondo” (iniziatico) entro cui veleggiare, ricercando un proprio spazio di atterraggio … o di decollo” . Come aggiunge la Settefonti, il lavoro “sfrutta le potenzialità visuali ed estetiche del segno calligrafico, congiuntamente al “sapore” della carta, vecchia di più di due secoli, quasi fosse una eco che dal privato assurge al collettivo… Un punto cardine, questo, intorno al quale Marisa Zattini costruisce nuove lame iconiche. La dicotomia parola/immagine si codifica e raddensa in segni e rispecchiamenti che mutuano la genitura di questi ipertesti ideografici”.

****L’artista romagnola opera, con finissima tecnica su lettere di fine Ottocento creando commistioni grafiche tra parola, segno e disegno. Il testo originale di quelle epistole diventa trama sulla quale intervenire artisticamente mediante il tratto della china; il messaggio iniziale viene traslato e riportato nel tempo solo come ordito visivo. Gli interventi vengono poi rielaborati “al negativo” tramite trasporti su lastra di alluminio trattato “a specchio”, in un rimando tra positivo e negativo, antico e contemporaneo, racconto e immagine.

****La Zattini è nata a Forlì il 13 ottobre 1956. Già artista - pittrice, ceramista, poeta - ha realizzato mostre personali, in spazi pubblici, in Italia e all’estero (Svezia, Inghilterra, Germania) a partire dal 1976 e pubblicato cataloghi monografici, con alcune sue poesie. Attualmente è Direttore Artistico della casa editrice  “Il Vicolo” -Sezione Arte di Cesena, già ideatrice e curatrice di oltre duecento rassegne di arte contemporanea, di cui più di quaranta solo per la città di Cesena (Galleria Comunale d’Arte, Rocca Malatestiana e Galleria Comunale Ex Pescheria). È inoltre Direttore Artistico della bellissima rivista “Graphie”, giunta al suo diciassettesimo anno di vita, e Art Director di dodici collane della casa editrice - Divisione Libri, dedicate all’Arte contemporanea, saggistica, letteratura fantastica, poesia, storia del territorio, cucina e racconti di Natale. Realizza filmati e documentari - firmandone la regia e dirigendone il montaggio - per mostre da lei ideate e di artisti e poeti contemporanei. Si sono occupati del suo lavoro, fra gli altri: Janus, Mario De Micheli, Domenico Montalto, Rossana Bossaglia.

****Il senso profondo e personalissimo di questa sua ultima produzione è suggestivamente illustrato da Gianfranco Lauretano, quando annota: “Ecco dunque questa storia d’ali: Icaro appare all’inizio di quello che, foglio dopo foglio, si manifesta lentamente essere un racconto che desidera ascolto, come un largo movimento d’ali: la prima ala contiene a mo’ di calligramma proprio il suo nome, che ritorna alla fine, quando Icaro si è avvicinato troppo al sole e le ali cominciano a chiudersi, così che questa storia, con il suo nome mitico all’inizio e alla fine, ha un percorso circolare, una partenza e un ritorno all’origine, così com’è nella sensibilità orientale, palesemente citata in alcune di queste opere.

MICHELE DE LUCA