17 Aprile 2016… tutti al mare

Manca poco più di due settimane per il quesito referendario, ma quanta confusione regna nella testa degli italiani!  Organi di stampa all’affannosa ricerca di persone che possano riuscire a convincere con un “sì” o con un “no” una platea di utenti che aspettano, con ansia vera, la fatidica data per trascorrere una bella domenica presso la cabina elettorale. Partiti politici che spiazzano i propri elettori con decisioni unanimi mai espresse e con una scelta coraggiosa di invitarli all’astensione;

eppure appartiene allo stesso partito, molto democratico,  la stragrande maggioranza dei Governatori depositari della richiesta del referendum. Io, ingenuamente, mi interrogo. Che motivo hanno gli italiani, non coinvolti direttamente alla scadenza naturale delle estrazioni in mare, di andare a votare non preferendo una bella giornata di relax? È davvero uno strumento democratico il referendum che abilità dialettiche in sede parlamentare potrebbero renderlo inefficace? Ad oggi, ma forse a me è sfuggito, nessuno ha pubblicato la scadenza naturale delle concessioni all’estrazione del petrolio in mare. Il problema estrazioni in mare non è un quesito referendario che deve essere affidato a tutti gli italiani, poiché raggiungere la quota degli elettori aventi diritto (50% + 1) è un’impresa ardua. Ma che interesse ha un abitante italiano, che il mare lo vede da lontano, ad andare a votare per un problema che non sente proprio? Secondo me è accaduto questo; tutti ci si nasconde con abilità politica dietro i problemi che riguardano l’ambiente, l’inquinamento, la salute dell’uomo,  della natura, del mare, del pianeta Terra. I promotori, ben sapendo che non verrà raggiunto il quorum, ed  io spero di sbagliare, si autoproclameranno, tuttavia, paladini della custodia di un bene che è stato sopraffatto dalla malvagità degli italiani che non sono andati a votare. Diranno: "avete condannato, con la vostra astensione, i vostri figli ad un futuro, sine die, pieno di incognite!". Comunque vada, il referendum sarà stata l’ennesima occasione elettorale dove tutti avranno vinto portando argomentazioni con disquisizioni dialettiche, che di logica hanno ben poco.  Il Mare Nostrum, tra e oltre le 12 miglia, è già inquinato e non basterà certamente una preferenza referendaria ad invertire questo inesorabile corso se chi governa è ancora incerto sul da farsi e, soprattutto se andare a votare!

Mario Di Sario