Tra i tanti problemi che affliggono un governo, merita particolare attenzione quello che riguarda la scuola in tutte le sue accezioni; è vero che vi sono problemi di sicurezza interna, di politica estera, di economia e via discorrendo, ma l’importanza di una riforma della scuola sta tutta nella “preparazione” delle nuove generazioni.

Nella scuola e nella sua formazione bisogna credere ed investire in maniera attenta ed oculata. La scuola dovrebbe essere di tutti i ragazzi ma non per tutti i ragazzi; dovrebbe essere in grado di mettere in evidenza le capacità eccellenti che vi sono di alcuni rispetto alle capacità mediocri ed insufficienti che sono poco latenti di altri. La mia riflessione verte sulla discutibilissima questione della “media del 6” per l’esame di maturità del 2018. Questo numero mi ricorda tanto la dannata sufficienza del 6 politico che veniva elargito in caso di eventi straordinari: epidemie, pestilenze, invasione aliena, eclissi non previste. Tali eventi probabilmente sono stati superati, ma la media del 6 rimane e rimarrà con  conseguenze che solo il futuro conoscerà. La scuola non deve essere selettiva a priori e deve dare la possibilità a tutti di poterne usufruire; ciò detto, mi pare che questa riforma (?) uniformi tutti ad  un ribasso culturale e verso una mediocrità ricercata e voluta da una politica che possa governare e “dominare”, in un futuro non lontano, una generazione acerba e priva di una più che sufficiente cultura scolastica, la quale non è tutto nella vita, ma sicuramente rende liberi.

Mario Di Sario

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