Il suo “mito” intramontabile rivive in una bella mostra
collettiva 
ancora una settimana alla
Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (Mantova)

****A Tazio Nuvolari (Castel d’Ario 1892 – Mantova 1953), al “pilota che sfidava anche gli aeroplani” e che – come cantava ancora Dalla – aveva “un talismano contro i mali”, nel sessantesimo anno dalla sua scomparsa, viene dedicata una bella mostra negli spazi della Casa Museo Sartori a Castel d’Ario (Mantova), sua città natale, che vuol essere un omaggio dell’arte ad un impareggiabile e inarrivabile “artista” del volante.

Si tratta di una rassegna collettiva, ideata da Adalberto Sartori dal titolo “Artisti per Nuvolari”, curata da Arianna Sartori, la quale ha selezionato per l’occasione le opere di cinquantuno artisti in cui ciascuno, con la propria fantasia e personalità, fa rivivere il suo mito,  in cui si impersonava la sua irripetibile stagione sportiva, ricca di tanti primati e successi, in quel lontano e ora inimmaginabile mondo di aspre competizioni sportive in cui però (come lui stesso ci ha dato testimonianza anche con le sue immagini da sensibile e raffinato fotoamatore; ai suoi scatti fu dedicata nel 2009 una bella mostra alle Fruttiere di Palazzo Te a Mantova) c’era tanta “poesia”. Ci dice la Sartori, “lo abbiamo sentito come un personaggio ideale, capace di ispirare molti artisti perché non anonimo, perché eroe positivo, perché simbolo di un’Italia in crescita, personaggio molto conosciuto, famoso, celebrato e spesso ricordato, da analizzare con attenzione, celebrato sì ma non con l’enfasi che forse meriterebbe”.

****Infatti, il più grande pilota di vetture della prima metà del secolo scorso è da sempre entrato nell’immaginario popolare, per quelle doti di coraggio, audacia e spregiudicatezza che tutti gli hanno riconosciuto e spesso “invidiato”. Negli anni Trenta, la popolarità di Tazio era straripante, conteso dai grandi dell’epoca: nel 1932, undici giorni dopo il trionfo di Montecarlo, Gabriele D’Annunzio lo riceveva al Vittoriale e lo  omaggiava di una piccola tartaruga d’oro, gioiello che Tazio avrebbe poi assunto come proprio simbolo e amuleto. La tartaruga sarebbe stata da lui usata anche nella carta da lettera, dipinta sulla fiancata del suo aereo privato, appuntata sulle sue maglie di colore giallo. Qualche anno dopo, Secondo Casadei, fondatore dell’omonima orchestra, gli dedicava una canzone; Enzo Ferrari, più tardi, di diceva di lui: “ha un coraggio quasi disumano”. Ed anche nei nostri giorni, come ricordato, il compianto Lucio Dalla gli ha dedicato una canzone che tutti abbiamo amato e anche cantato, che tra l’altro diceva: “Gli uccelli nell’aria perdono l’ali quando passa Nuvolari! / Quando corre Nuvolari mette paura … / perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura”.

****L’immaginario collettivo nel quale contemporaneamente alle gesta del pilota, ma anche nei decenni successivi, si sono sedimentate le emozioni di generazioni e generazioni di appassionati di automobilismo ma anche di gente comune affascinata dalla sua leggendaria figura di “eroe”, magari immortalata nelle copertine della “Domenica del Corriere” o della “Tribuna illustrata”, viene ora ad arricchirsi delle immagini create dai 53 artisti, invitati a realizzare per l’occasione un’opera dedicata al grande pilota:  Baglieri Gino, Baldassin Cesare, Benedetti Laura, Biagioni Emanuele, Bianco Lino, Bocelli Giuseppe, Bonafini Annalisa, Bongini Alberto, Budini Gianfranco, Candiano Carmelo, Capraro Sabina, Castaldi Domenico, Cerri Giovanni, Chiappa Tommaso, Corsucci Umberto, Cortellazzi Rossano Simone, Cristini Filippo, D’Ambrosi Diego, Davanzo Walter, Diazzi Roberta, Ferraris Giancarlo, Ferri Massimo, Ferro Davide, Filippini Claudio, Fonsati Rodolfo, Gravina Aurelio, Lengua Antonio, Luchini Riccardo, Luglio Corrado, Marzelli Pasquale, Merlo Alessandro, Miano Antonio, Mini Daniele, Minto Maria Grazia, Molinari Mauro, Monga Paolo, Musi Roberta, Orlandini Fabrizio, Paolini Parlagreco Graziella, Perna Vincenzo, Pilon Valerio, Pirondini Antea, Poli Gabriele, Rameri Alessandra, Romani Massimo, Romani Maurizio, Rossato Kiara, Sanna Alessandro, Santoli Leonardo, Scotto Aniello, Trombini Giuliano, Zamboni Nicola, Zoli Carlo.

****“Ancora una volta – ci dice Maria Gabriella Savoia - il nostro amicale invito è stato accolto da una selezionata schiera di oltre cinquanta artisti che hanno realizzato opere significative, che hanno esplorato i diversi ambiti personali e sportivi che hanno avuto a che fare con il nostro campione. Tazio all’epoca era famoso nel mondo, poi dopo la morte, pian piano, il suo nome è stato via via trascurato, e così anche nel suo paese … Se lo stesso personaggio fosse stato anglosassone o francese, di lui avrebbero celebrato sempre e comunque, qualsiasi aneddoto o aspetto sociale. In realtà l’Italia non ha mai sostenuto i propri campioni e, non solo in ambito sportivo, molti hanno dovuto andare all’estero per veder riconosciuto il loro talento, al contrario siamo pronti a celebrare qualsiasi moda , espressione artistica o personaggio che arrivi dall’estero. Siamo giunti, così, alla quinta edizione della rassegna dedicata a Tazio Nuvolari, tornati per celebrare la figura del grande pilota mantovano e questo ci aiuta ad essere fieri ed orgogliosi del nostro passato ritrovato”.


****Gli artisti presenti, di generazioni diverse, provenienti dalle svariate regioni italiane, hanno aderito con entusiasmo, perché coinvolti e stuzzicati, provocati da ‘tanto’ personaggio che bene si prestava alle diverse interpretazioni delle singole personalità. Alcuni artisti avevano vissuto in gioventù il mito di Nuvolari, altri oggi, lo rivivono nel ricordo; ne è nata una raccolta di opere intrigante e curiosa, che solo nel soggetto trova davvero un senso logico, ma più affascinante ancora è rilevare quale sia l’aspetto del personaggio che abbia colpito la fantasia e la creatività dei nostri artisti”. Equilibrare le diverse espressioni artistiche, coinvolgere le molte e diverse personalità, non è stato facile, certamente i pittori invitati, tutti artisti consacrati, tra i quali alcuni anche titolari di cattedre in accademie d’arte italiane, o altri che, pur essendo giovani, già si sono posti all’attenzione della migliore critica, hanno prodotto lavori molto interessanti, che in questa bella mostra-omaggio si susseguono come in una fantasmagorica “passerella” di stili, linguaggi, segni, colori.

MICHELE DE LUCA