L’artista piemontese è ospite del
Padiglione della Repubblica di San Marino
La mostra al Centro Culturale
Don Orione Artigianelli di Venezia

****In occasione della 57° Biennale Internazionale d’arte di Venezia, l’artista piemontese Margherita Mauro, ospite, fino al 26 novembre, del Padiglione della Repubblica di San Marino (nell’ambito dell “Friendship Project”), espone 6 sculture di grandi dimensioni realizzate in fogli di ottone e rame presso il Centro Culturale Don Orione Artigianelli di Venezia (Dorsoduro 947). Margherita Mauro, soprano lirico di professione , si è diplomata presso il conservatorio G. Verdi di Torino con il massimo dei voti.

Ha collaborato con Gabriella Ravazzi, Renata Scotto, Andrea Genovese. Si è esibita in numerosi festivals e rassegne musicali in varie città italiane sia come solista in orchestra sia in formazione cameristica.

Ha effettuato tournée con successo in Francia, Germania ed in particolare in Ecuador nell’ambito della “Settimana della Cultura Italiana” effettuando, inoltre, apprezzate “master classes”. Ha registrato per la tv nazionale e per tv private. E’ docente di canto artistico, moderno ed arte scenica. E’ curatrice di laboratori, stage e corsi musicali. Ha istituito ed è direttore artistico del laboratorio “Fiori d’arte” la cui finalità e la promozione culturale con particolare riferimento alle arti poetico musicali e grafiche.

Da parecchio tempo si dedica alla pittura, alla scultura ed alla creazione di installazioni esposte in varie sedi, essendo stata protagonista di mostre personali ed avendo partecipato a mostre collettive, rassegne, mostre internazionali, con vivo successo di critica e pubblico talora in connubio con altre arti quali la danza e la musica di cui è anche interprete.

****Da tempo si dedica alla pittura e soprattutto alla scultura. Ha esposto le sue opere in varie sedi, con mostre personali e collettive, in Italia ed all’estero. L’essenza del suo lavoro così è stata riassunta dal commento del critico d’arte Enzo Di Martino sulle pagine del “Gazzettino”di Venezia del 15 ottobre 2015: “...a parte i dipinti, caratterizzati da un forte ed allusivo gesto-segno, sono piuttosto le sculture ad impressionare nella ricerca di Margherita Mauro perché in questi lavori viene espressa una nuova ed originale concezione dell’opera plastica, densa di energia repressa, manifestata in forme che meriterebbero la dignità del bronzo”. Le suesuggestive sculture, ha scritto Silvia Longo, “si espandono tridimensionali nello spazio e rifrangono la luce suggellano la fusione tra gli elementi naturali e l’energia che li muove e li trasforma.Emergono volti a guisa di maschera, personaggi che svelano qualcosa di se nelle espressioni, a volte severe o nelle posture a rappresentare uno stato d’animo”. I suoi magici lavori si animano, prendono vita e si esprimono attraverso misteriosi e affascinanti simbolismi; il suo originale linguaggio simbolico può essere chiave di lettura interpretativa dell’esperire umano attraverso le varie fasi storiche, con valenze, sfumature, dissonanze diverse e soggettive.

****Dell’arte della Mauro si sono fin qui interessata la critica più attenta, rilevandone l’originalità creativa e la versatilità espressiva e comunicativa. Tra gli altri, citiamo Paolo De Grandis, che ha scritto: “Ci regala emozioni il gioco cromatico, fatto di colori consumati da interventi secondari e contorni definiti ma in tale morbidezza da alterare in maniera suggestiva la figura nella dimensione del sogno. E’ questa sincerità espressiva, questa prevalenza di musiche senza note e di parole senza testo rispetto all’uso prosastico e immodesto della voce, che avvalora ancor di più l’opera dell’artista”. Gianni Gaschino aggiunge: “Dalla musica, al canto, alla pittura, l’arte di matrice astratta di Margherita Mauro, è frutto di dilagare di sensazioni che irrompono dal cervello al cuore e da questo alla mano, che, con gesto preciso e intensohanno forza ed energia per scuotere e trascinare anche l’occhio più indifferente. Infine, Marina Zaninetti, che annota: “Margherita Mauro trasferisce un materiale onirico/fantastico in una sorta di “cosa viva” che può venire ricreata da chi la osserva secondo la sua intuizione. Si appropria di un supporto cartaceo e lo trasforma, con un ascolto creativo della propria interiorità, in uno sfondo su cui chi osserva può proiettare/riconoscere propri significati o potenzialità simboliche secondo le sue motivazioni. Andando oltre il piacere dell’effetto estetico si possono vedere e amare queste opere come “ponti tra anime”, come preziosa possibilità di percorso dello spirito”.

MICHELE DE LUCA