CASTRONUOVO – Alle sei di mattina di sabato 15 settembre, dopo quattro mesi di permanenza nel paese natale, le esequie di Sant’Andrea Avellino hanno preso la strada di Napoli, dove l’ordine teatino custodisce il corpo e la memoria dell’Illustre Castronovese.

 

Ad accompagnarlo fino alla Chiesa partenopea di San Paolo Maggiore quasi duecento concittadini, partiti con automobili e tre autobus dopo una veglia di preghiera notturna che si è tenuta prima nella chiesa Madre e poi nella Cappella consacrata al santo. Sul tabellone luminoso di piazza San Rocco e sugli striscioni che addobbano le strade ancora si leggono le sue parole ammonitrici, pescate tra le pagine della sua copiosa attività epistolare: “ oh cristiano, rallegrati nel tuo Signore e non gli essere ingrato di tanti benefici”. E inoltre: “cessa di essere buono chi non si impegna ad essere migliore”.
Venerdì sera il parroco don Adelmo Iacovino – che ha coordinato da paziente stacanovista l’intenso lavoro pastorale e organizzativo – e don Vincenzo Cosenza, padre provinciale dei Teatini, hanno celebrato una messa solenne: entrambi hanno invocato l’intercessione del santo per i destini dell’intera comunità locale, in questi mesi operosa e ospitale ma mai immune da contrapposizioni sugli aspetti gestionali. 
Arrivato in Basilicata a maggio, l’Avellino è stato subito proclamato patrono della diocesi di Tursi – Lagonegro ed è stato omaggiato una settimana fa dalla Conferenza Episcopale di Basilicata, che ha rimarcato l’importanza della sua figura nella storia ecclesiale del XVI secolo (periodo dello scisma di Lutero e della Controriforma cattolica). 
Nato a Castronuovo nel 1520, egli compì studi giuridici a Napoli per poi entrare nell’ordine teatino ed affermarsi come Maestro di noviziato, Preposito in Lombardia (chiamato da san Carlo Borromeo), direttore spirituale di religiosi e nobili, amatissimo confessore. Morto a Napoli nel 1608, il già popolare Andrea fu proclamato Beato da Urbano VIII nel 1625 e Santo da Clemente XI nel 1712.

UMBERTO DI MATTEO

E’ la mattina del 15 settembre 2007. L’ora, le cinque, è insolita per una processione che prelude al commiato del Santo Patrono dai castronovesi. Sant’Andrea Avellino, dopo quattro mesi di permanenza nella sua Castronuovo, ritorna a Napoli dove per un anno sarà omaggiato con l’Anno Andreano, indetto a livello nazionale da parte dei Padri Teatini. Come alla partenza di un amico la mente ritorna ai piacevoli momenti trascorsi insieme, così lo è stato per Sant’Andrea. La veglia, che ha preceduto la partenza dell’urna, è stata lunghissima e commossa; è stata di preghiera con l’adorazione del Santissimo e di ringraziamento per quanto ci è stato lasciato in eredità come monito da Sant’Andrea. Accompagnare l’urna del Santo a Napoli è stato per molti castronovesi la prima volta per venire a Napoli, la prima occasione per ammirare la Basilica di San Paolo Maggiore, dove è custodita l’urna di Sant’Andrea, ma soprattutto è stato la continuazione dell’intensa intimità che avvolge il rapporto dei castronovesi con il proprio Santo. L’arrivo alla Basilica napoletana, la Concelebrazione Eucaristica e l’ufficialità della riconsegna delle Sacre Spoglie di Sant’Andrea Avellino ai Padri Teatini sono stati gli ultimi momenti che ognuno dei presenti ha avuto a disposizione per venerare l’urna del Santo promettendo a se stesso di ritornare quanto prima a Napoli per continuare questo personale rapporto d’intimità.

MARIO DI SARIO