La rassegna è giunta con grande successo alla sua sesta edizione
Sessanta artisti in una mostra collettiva a Castel d’Ario (Mantova)

****Tazio Nuvolari (Castel d'Ario, 16 novembre 1892 – Mantova, 11 agosto 1953) , il più grande pilota di vetture della prima metà del secolo scorso, è da sempre entrato nell'immaginario popolare, per quelle doti di coraggio, audacia e spregiudicatezza che tutti gli hanno riconosciuto e spesso “invidiato”. Negli anni Trenta, la popolarità di

Tazio era straripante, conteso dai grandi dell’epoca: nel 1932, undici giorni dopo il trionfo di Montecarlo, il Vate della letteratura italiana Gabriele D’Annunzio lo riceveva al Vittoriale e lo omaggiava di una piccola tartaruga d’oro, gioiello che Tazio avrebbe poi assunto come proprio simbolo e amuleto. La tartaruga sarebbe stata da lui usata anche nella carta da lettera, dipinta sulla fiancata del suo aereo privato, appuntata sulle sue maglie di colore giallo. Qualche anno dopo, Secondo Casadei, fondatore dell’omonima orchestra, gli dedicava una canzone; Enzo Ferrari, più tardi, di diceva di lui: “ha un coraggio quasi disumano”. Ed anche nei nostri giorni il compianto Lucio Dalla gli ha dedicato una canzone che tutti abbiamo amato e anche cantato: “Gli uccelli nell'aria perdono l’ali quando passa Nuvolari! / Quando corre Nuvolari mette paura … / perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura”.

****Al “pilota che sfidava anche gli aeroplani” e che – come cantava ancora Dalla – aveva “un talismano contro i mali”, viene dedicata una bella mostra negli spazi della Casa Museo Sartori a Castel d’Ario (Mantova), sua città natale, che vuol essere un omaggio dell’arte ad un impareggiabile e inarrivabile “artista” del volante. Si tratta di una rassegna collettiva dal titolo “Artisti per Nuvolari”, giunta alla sua sesta edizione, curata da Arianna Sartori, la quale ha selezionato per l’occasione le opere di sessanta artisti in cui ciascuno, con la propria fantasia e personalità, fa rivivere il suo mito,  in cui si impersonava la sua irripetibile stagione sportiva, ricca di tanti primati e successi, in quel lontano e ora inimmaginabile mondo di aspre competizioni sportive in cui però c’era tanta “poesia”. Ci dice la Sartori, “lo abbiamo sentito come un personaggio ideale, capace di ispirare molti artisti perché non anonimo, perché eroe positivo, perché simbolo di un’Italia in crescita, personaggio molto conosciuto, famoso, celebrato e spesso ricordato, da analizzare con attenzione, celebrato sì ma non con l’enfasi che forse meriterebbe.

****L’immaginario collettivo nel quale contemporaneamente alle gesta del pilota, ma anche nei decenni successivi, si sono sedimentate le emozioni di generazioni e generazioni di appassionati di automobilismo ma anche di gente comune affascinata dalla sua leggendaria figura di “eroe”, magari immortalata nelle copertine della “Domenica del Corriere” o della “Tribuna illustrata”, viene ora ad arricchirsi delle immagini create dagli artisti in mostra, che sono:  Ascari Franca, Baldassin Cesare, Bassi Massimo, Biagioni Emanuele, Bolognesi Anna, Bonafini Annalisa, Bongini Alberto, Borgianni Marco, Bornoffi Luca, Cancelliere Mario,  Capodiferro Gabriella, Capraro Sabina, Castagna Angelo, Chiappa Tommaso, Cocchi Pierluigi, Consolini Alberto, Costa Piero, Cusino Giuliana, D’Ambrosi Diego, Della Valle Marcello, De Marinis Fausto, De Micheli Gioxe, Desiderati Luigi, Favero Emanuele Ascanio, Ferraris Giancarlo, Ferri Massimo, Filippini Claudio, Fonsati Rodolfo, Galbusera Renato, Garuti Giordano, Gravina Aurelio, Luchini Riccardo, Mafino Beniamino, Martino Maurizio, Miano Antonio, Molinari Mauro, Monaco Maria Elena, Morra Rosario, Musi Roberta, Orlandini Fabrizio, Pallotta Caterina, Picciolini Francesco, Piovosi Oscar, Prinetti Silvana, Romani Maurizio, Rossato Kiara, Rovati Rolando, Santoli Leonardo, Sauvage Max, Settembrini Marisa, Tettamanti Mario, Titonel Angelo, Tomasoni Silvio, Tonelli Natalino, Trombini Giuliano, Venditti Alberto,Violi Carmelo, Vitale Mario, Wal, Zoli Carlo.

****La curatrice ha voluto affidare agli artisti un compito non poco “arduo” da affrontare, come non può non essere quello di confrontarsi e di esprimere in momento di originale creatività riguardo a un “mito” consolidato e che la testimonianza diretta o la memoria filtrata dalla cultura (anche dell’immagine) ha via via continuato ad alimentare; come se si trattasse di misurarsi ancora con Venezia, o con Marilyn Monroe … Come ci ha detto Maria Gabriella Savoia, curatrice del catalogo edito da Archivio Sartori, si trattava di porsi davanti a Nuvolari come da un “nuovo” mito da studiare, da “inventare”, o almeno reinventare: “In effetti – ella scrive - gli artisti, di generazioni diverse, provenienti dalle svariate regioni italiane, hanno aderito con entusiasmo, perché coinvolti e stuzzicati, provocati da ‘tanto’ personaggio che bene si prestava alle diverse interpretazioni delle singole personalità. Alcuni artisti avevano vissuto in gioventù il mito di Nuvolari, altri oggi, lo rivivono nel ricordo; ne è nata una raccolta di opere intrigante e curiosa, che solo nel soggetto trova davvero un senso logico, ma più affascinante ancora è rilevare quale sia l’aspetto del personaggio che abbia colpito la fantasia e la creatività dei nostri artisti”. Equilibrare le diverse espressioni artistiche, coinvolgere le molte e diverse personalità, non è stato facile, certamente i pittori invitati, tutti artisti consacrati, tra i quali alcuni anche titolari di cattedre in accademie d’arte italiane, o altri che, pur essendo giovani, già si sono posti all’attenzione della migliore critica, hanno prodotto lavori molto interessanti, che in questa bella mostra-omaggio si susseguono come in una fantasmagorica “passerella” di stili, linguaggi, segni, colori.

MICHELE DE LUCA