In mostra alla Biblioteca Malatestiana e nella Chiesa di San Zenone a Cesena

****Il 22 settembre 2018 a Cesena, presso la Sala Lignea si è tenuta la presentazione della mostra “Metamorphica”, dedicata a Marisa Zattini, allestita fino al 4 novembre, nei plutei della Sala Piana della Biblioteca Malatestiana, alla presenza dell’Assessore all’Europa Francesca Lucchi,

dell’Assessore alla Cultura Christian Castorri, di Monsignor Ernesto Giorgi, direttore di Palazzo Ghini e dell’Artista. Come ha detto nell’occasione  la Zattini, “I recenti erbari realizzati per la mostra nella Moschea Yeni Camii di Salonicco, presentati oggi a Cesena, possono essere intesi come dilatazioni di “isole percettive” che da tempo vado indagando. Una sorta di ‘contrappunti’ iconici, di sigilli ideali posti ai sogni di antiche identità storico-scientifico mutanti. Identità semantiche che non hanno ancora esaurito le latenze multiple di una ars reminiscendi. Persistenza di un desiderio, forse, di ri-composizione delle cose.

****Per ri-conoscere e riaffermare, entrando idealmente nelle loro forme, ciò che il tempo ha disperso e reso superfluo, finanche inutile. Così una missiva d’epoca - circa di due secoli fa - ad un primo sguardo trasmuta le parole calligrafiche in senso lato, emotivamente. Descrittivamente, le possiamo infatti immaginare legate alla narrazione visuale del disegno, tracciato con china e pennino. Appunti e testimonianze d’altri tempi, per mondi immaginari coinvolgenti. Testimonianza di piante metamorfiche mai esistite ma solo sognate e vagheggiate. Il dominio della parola ha ceduto il suo senso ad una realtà più composita e organica. Anche la nozione stessa di “erbario” ha perduto la sua identità per acquisirne un’altra, succedanea, che si sovrappone e giustappone quale immagine iconica rinnovata”. 

****Inoltre, ha aggiunto l’artista, “soprattutto nella ‘trasmutazione in negredo’che realizzo grazie alle tecnologie del nostro tempo. Il messaggio linguistico descrittivo viene sostituito da emblemi differenti che inglobano i vecchi segni ai nuovi, ridefinendo inediti percorsi fantastici. Il nodo figurale che ne emerge intreccia la mia ricerca inconscia negli smottamenti della memoria, nelle subsidenze di un tempo senza più tempo, che mescola e rimescola scrittura a segno, per coglierne nuove velate essenze, per estrarne succhi rigeneranti e alchemici. Dall’iniziale Erbario manoscritto riminese, terra germinante, opera di anonimo del 1440-1450 ca. – ‘composto da 92 pagine figurate che contengono 101 immagini di piante oltre alla denominazione della specie e alle informazioni sulle ‘virtù’, cioè sulle proprietà curative così dell’intera pianta come delle sue singole parti, sui suoi poteri come talismano, nonché sul cosiddetto “tempo balsamico”, vale a dire la stagione e l’ora in cui la pianta è più attiva ed efficace’ - ne è emersa una summa trasmutata di ‘fogli sparsi’ e dissimili a ricomporre un prontuario fantastico, artificioso e metamorfico, dove il messaggio linguistico recuperato si discioglie e si integra sui livelli multipli dell’arte”.

****Marisa Zattini è nata a Forlì il 13 ottobre 1956. Segno zodiacale: Bilancia ascendente Scorpione. Già artista - pittrice, ceramista, poeta - ha realizzato mostre personali in spazi pubblici, in Italia e all’estero (Svezia, Inghilterra, Germania e Grecia) a partire dal 1976 e pubblicato cataloghi monografici, con alcune sue poesie. Sul concetto di identità e sulle riflessioni filosofiche legate al tema del “vuoto” e del “pieno” ha realizzato una inedita e originale triplice partitura espositiva denominata “Doppio panico! L’arte di vivere” (2009), “Metamorphosi” (2011) e “Autoritratto” (2013) coinvolgendo 33 artisti del territorio, producendo originali lavori scultorei, ceramici e fotografici, esposti nella suggestiva sede dell’Oratorio di San Sebastiano, a Forlì. Nel 2014 è stata invitata dalla Provincia di Kassel ad esporre il ciclo “Ali”, opere ceramiche (in 3° fuoco) realizzate nel 1990: un progetto a 4 mani con l’architetto Augusto Pompili. Sempre nel 2014 e 2015 la mostra “Di-segni o dell’indole della Res”è stata itinerante nelle sedi pubbliche del Modernartmuseum di Ca’ la Ghironda (Zola Predosa, Bologna), Bertinoro (Rocca Vescovile, Museo Interreligioso), Santarcangelo di Romagna (Grotta monumentale) e a Gallarate (Teatro del Popolo). Nel 2015 il ciclo di opere “Ali selvatiche” è stato ospitato nelle sale della Biblioteca Comunale “Maria Goia” di Cervia (Ravenna). Una selezione di questi ultimi cicli di lavori sono stati ospitati, nel 2016, presso l’Istituto di Cultura di Atene e, parallelamente, nelle sale della Technohoros Art Gallery. Nel 2017, con la mostra “Agricoltura Celeste”, ha riunito una selezione di opere appartenenti ai cinque cicli realizzati fra il 2012 e il 2017, itinerante in quattro sedi pubbliche italiane. Del 2018 è la personale “Metamorphica” allestita nella Moschea Yeni Camii, a Salonicco, organizzata dalla Technohoros Art Gallery, con il coinvolgimento dell’Istituto di Cultura di Atene e dell’Ambasciata Italiana.

****In una intervista raccolta da Davide Brullo pubblicata da “Pangea. Rivista avventuriera di cultura & idee”, Marisa Zattini ha ancora voluto precisare il perché del titolo “Metamprphica” dati a questo interessante lavoro presentato nella mostra.  “Metamorphica – ha detto -perché tutto è sempre in continua trasformazione, in mutazione perenne, anche se non ci pensiamo e non ce ne accorgiamo. Tutto è magia favolosa e nulla è mai come appare… Metamorphica, mi è parso titolo perfetto perché circoscrive da subito il campo d’azione, lo nomina. Si tratta di una visione contrastiva del logos del pensiero contemporaneo. Dal suono onomatopeico vorrei emergesse immediata la mappatura di un campo meta-razionale, dove mito e storia si incontrano, natura e cosmo convivono, fisica e metafisica si compenetrano. Mente e cuore da sempre sono complici… e ce ne stiamo dimenticando. Forse Metamorphicaè, inconsciamente, una necessità, un invito e un suggerimento a riconquistare il mito, a ritrovare gli archetipi per nuove alleanze. È necessario uscire da questo mondo troppo omologato. Metamorphica è aggettivo utopico, in fondo, per aprire il campo a riflessioni fra sogno e visione, fra visibile e invisibile. Elémire Zolla sosteneva che le migliori esplorazioni delle ‘potenze’ dell’anima” si potessero raggiungere applicando ‘tre formule avverbiali’: ‘dall’alto, da dentro e da lontano’. Io ho scelto di iniziare cercando ‘da lontano’, con una disciplina antica, per cercare di ritrovarmi ‘da dentro’ ”.

Michele De Luca