Utenze troppo alte anche per i Sindaci. Posizione dura ed irremovibile quella dei sindaci di Castronuovo di Sant’Andrea e San Chirico Raparo: "Noi quelle bollette non le paghiamo". Se qualcuno aveva pensato si trattasse di uno scherzo di halloween, non c’è alcun dubbio, le bollette dell’acquedotto lucano, inerenti le utenze pubbliche, sono reali così come le cifre spettanti.

Cifre da capogiro per i sindaci e somme previste per l’acquedotto lucano, la situazione appare controverse. Tutto prende corpo nella giornata di ieri, 30 ottobre, quando i rispettivi sindaci si ritrovano le bollette sulla loro scrivania, 10 fatture di 445,65 euro cadauno per San Chirico Raparo e un totale di 2531 euro per Castronuovo di Sant’Andrea. Non meglio Castelsaraceno che conquista il primato con quasi seimila euro da versare per l’acqua consumata. Ma i primi cittadini non ci stanno come spiega Claudio Borneo, sindaco di San Chirico Raparo: "Prima dell’estate ci è stato comunicato che era stato effettuato il censimento delle utenze pubbliche e che si sarebbe passati alla fatturazione del consumo. Non essendo assolutamente d’accordo che un comune come San Chirico, produttore di acqua, paghi addirittura per i fontanini presenti nel paese ho chiesto incontro con Angelo Nardozza, presidente Ato Acque". Un incontro in cui, secondo il primo cittadino: "il presidente mi aveva rassicurato che, essendo la questione di interesse a più comuni, sarebbe stata affrontata di concerto ma non ho mai ricevuto convocazione e ieri, in pagamento per oggi 31 ottobre, mi arrivano dieci fatture calcolate su contatori inesistenti e mai installati. Sinceramente non ho alcuna intensione di pagare, anche perché con gli altri sindaci si sta valutando la possibilità di uscire dall’Acquedotto lucano". Sulla stessa linea anche il sindaco di Castronuovo di Sant’Andrea, Antonio Bulfaro: "Non sono intenzionato a pagare e sicuramente procederò per vie legali perché questo acquedotto lucano sta facendo acqua da tutte le parti e noi ne paghiamo le spese. A parte i problemi legati alle fatturazioni e a contatori inesistenti, vengono effettuate solo riparazioni sporadiche. Nel fosso del paese abbiamo una fogna a cielo aperto che nessuno si preoccupa di riparare, mentre la gente deve sopportare puzza di fogna nelle case o trasferirsi temporanemente". Situazione completamente diversa quella spiegata dal presidente dell’Acquedotto Lucano, Lepiscopia Eduardo: "I comuni sono stati preventivamente informati che l’ente aveva effettuato il censimento delle utenze pubbliche e che avrebbe provveduto ad un primo calcolo presunto dei consumi per poi procedere al conguaglio. Non si tratta di errori". E aggiunge: "credo che sia assurdo che i sindaci lamentino delle cifre esorbitanti, si tratta comunque di utenze pubbliche. In ogni caso, come prevede il regolamento, una volta installati i contatori si procederà ad un calcolo giornaliero dell’acqua e su quei parametri sarà ricalcolata la spesa degli anni precedenti per procedere al conguaglio. Tutte cose di cui i sindaci erano al corrente grazie alle comunicazioni inviate precedentemente alle bollette".

FRANCESCO GRESIA