La pratica della caccia è presente in tutte le epoche e le fasi dello sviluppo sociale umano. Originariamente essa risponde ad esigenze primarie di sopravvivenza, per poi assumere progressivamente carattere ludico o sportivo.

Nel Medioevo e nel Rinascimento acquisisce rilevanza la selezione di animali come falchi e volpi, con l’attività venatoria riservata ad ambienti aristocratici o altoborghesi. Dopo la Rivoluzione Francese cacciatori diventano anche i lavoratori dei proprietari terrieri: ma solo dal XIX la caccia comincia ad essere regolamentata e limitata per salvaguardare parchi nazionali e specie protette ( oggi in Italia è competenza delle Regioni fissare adempimenti e calendari). Secondo alcuni, la suddivisione del “bottino” in parti uguali che i cacciatori primitivi facevano e che ancora oggi fanno (a prescindere da chi abbia colpito la preda), rappresenta una sorta di forma di “comunismo ante litteram”.
Riguardo Castronuovo, la tradizione venatoria è senza dubbio di quelle gloriose: molti sono gli aneddoti sui grandi cacciatori del passato e anche oggi (come si vede dalla foto) ce ne sono imprese da raccontare…

UMBERTO DI MATTEO