Scrittore, sceneggiatore, pittore: fu vero “grande” della cultura del ‘900 Una grande mostra al Palazzo Da Mosto di Reggio Emilia di  Michele De Luca

****Giusto trent’anni anni fa, il 13 ottobre 1989, moriva Cesare Zavattini. Tre decenni paiono poter essere un giusto tempo per analizzare un personaggio così complesso, originale e appassionato quale è stato Zavattini. A lui – nelle diverse vesti di uomo di cinema, scrittore, fumettista, personaggio dal forte impegno politico – molti studi sono stati dedicati in Italia e nel mondo. Tuttavia un aspetto è rimasto, se non in ombra, certo meno indagato ed è quello che la Biblioteca Panizzi e l’Archivio Cesare Zavattini hanno

approfondito in questi anni: il ruolo di Za all’estero, in tempi, i suoi, impregnati dal clima della Guerra Fredda e delle contrapposizioni ideologiche.

****I risultati di queste ricerche costituiranno l’oggetto dell’esposizione dal titolo “Zavattini oltre i confini”, promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani, Regione Emilia-Romagna-IBC, Comune di Reggio Emilia e Archivio Cesare Zavattini che prenderà il via il prossimo 14 dicembre nella storica sede di Palazzo da Mosto a Reggio Emilia. L’Archivio Cesare Zavattini e la Biblioteca Panizzi che conserva l’archivio stesso, hanno condotto un’indagine realmente sistematica intorno all’intensa attività svolta dall’autore luzzarese al di fuori del contesto nazionale. Ne è emerso il ruolo cruciale di Za nel promuovere aspetti salienti della cultura italiana del secondo Novecento e in particolare del neorealismo, nell’orizzonte europeo e più in generale nel panorama internazionale, grazie alla sua intensa partecipazione a convegni, congressi, conferenze, corsi di formazione nei paesi decolonizzati o in via di sviluppo, alle collaborazioni con riviste e a co-produzioni cinematografiche.

****Il progetto espositivo, curato da Alberto Ferraboschi, si impronta su due linee direttrici: da un lato indaga l’attività svolta nei diversi ambiti artistici (cinema, letteratura, pittura, ecc.), nelle aree geografiche (sia in Europa che nel Nuovo Continente); dall’altro, approfondisce temi e vicende particolari, come quello del viaggio (ad esempio sulle orme di Van Gogh), della pace, dei rapporti con lo scrittore latino-americano Garcia Marquez e con gli ambienti cosmopoliti ebraici. 

Nell’esposizione di Palazzo da Mosto, confluiranno materiali documentari e iconografici che raccontano tutte le attività e la rete di rapporti intessute da questa eclettica personalità: migliaia di carte originali, dattiloscritte e manoscritte, annotazioni autografe, insieme a fotografie, video, manifesti e libri.
****Arricchiscono la mostra alcuni dei suoi inseparabili oggetti, la macchina da scrivere, il basco, la borsa da viaggio, oltre ai 150 quadri provenienti dalla Pinacoteca di Brera di Milano, facenti parte della celebre collezione di 8X10 che Cesare Zavattini aveva raccolto nel corso degli incontri con alcuni tra i più importanti artisti del Novecento. Tra i tanti saranno in mostra Giacomo Balla, Antonio Ligabue, Alberto Burri, Enrico Baj, Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Bruno Munari, Claudio Parmiggiani, Gillo Dorfles, Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros, Mario Sironi, Alberto Magnelli e poi ancora Pietro Consagra, Roberto Crippa, Fortunato Depero, Filippo De Pisis, Gianni Dova, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Rotella e tanti altri.
Ultima sala del percorso espositivo sarà dedicata agli scatti inediti di uno dei maggiori fotografi italiani, Gianni Berengo Gardin, realizzate in occasione del lavoro che ripropone la “Luzzara” di Cesare Zavattini nel libro fotografico “Un Paese vent’anni dopo”.

****Nell’ambito dell’iniziativa è prevista la stampa del catalogo della mostra, “Zavattini oltre i confini”: comprenderà l’intera documentazione presente nell’esposizione, insieme ai recenti contributi dei membri del Comitato Scientifico dell’Archivio Cesare Zavattini. Il catalogo, tradotto anche in inglese, per una diffusione sovranazionale, raccoglie saggi inediti sui rapporti e l’influenza di Zavattini con la Francia (Stefania Parigi), Spagna (Alberto Ferraboschi e David Brancaleone), America Latina (David Brancaleone), Stati Uniti (Giorgio Bertellini), Europa Orientale (Francesco Pitassio) e Africa (C. Mario Lanzafame e C. Podaliri). Ricerche mirate sono dedicate al tema del viaggio nell’opera di Zavattini (Guido Conti), all’impegno di una intera esistenza spesa a difendere la pace (Valentina Fortichiari), al progetto su Van Gogh (Nicola Dusi), al rapporto con lo scrittore Garcia Marquez (Gualtiero De Santi), alla frequentazione degli ambienti cosmopoliti ebraici (Giorgio Boccolari)”.

****La mostra sarà, inoltre, corredata da proposte didattiche rivolte a bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie a cura delle sezioni didattiche della Biblioteca Panizzi e della Fondazione Palazzo Magnani.
In chiusura della mostra è programmato per sabato 29 febbraio 2020, a Reggio Emilia nell’aula magna dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, un convegno di studi incentrato sulla dimensione internazionale di Zavattini. Nel corso dell’iniziativa saranno presentate le ricerche compiute dagli studiosi del gruppo di lavoro aderenti al progetto “Zavattini oltre i confini” e pubblicate nel catalogo della mostra.” 

****L’assessore alla Cultura di Reggio Emilia, Annalisa Rabitti, afferma: “Questo nostro omaggio ad un grande della cultura italiana sarà un modo per approfondire la straordinarietà della figura e la poliedricità degli interessi culturali e sociali di Zavattini. Reggiano che si sentiva di casa nel mondo e dal mondo è stato ammirato e amato”. “Dall’indagine sulla dimensione internazionale di Zavattini – continua il curatore Alberto Ferraboschi – emerge l’ampio spettro d’attività dell’autore riguardante non solo la produzione cinematografica ma anche la letteratura nonché altre forme di scambi internazionali (partecipazione a delegazioni artistico-culturali, mostre, convegni, ecc.). L’insieme di queste pratiche e contatti consente di tracciare il profilo internazionale di un intellettuale promotore di una vera e propria diplomazia culturale”.

Michele De Luca