Fotografie 1959-1981

Una mostra alle Gallerie di Arte Antica – Palazzo Barberini di Roma

Giuseppe Loy mini 1966

     Le Gallerie Nazionali di Arte Antica ospitano dall’8 dicembre 2021 al 27 febbraio 2022 la mostra “Giuseppe Loy. Una certa Italia. Fotografie 1959-1981”, a cura di Chiara Agradi e Angelo Loy, la prima retrospettiva a quarant'anni dalla scomparsa.

Realizzata dall’archivio fotografico Giuseppe Loy, con la Media Partnership di Rai Scuola, a seguito della digitalizzazione e della sistematizzazione di 1565 rullini in bianco e nero, 338 rullini a colori, 1800 stampe e documenti, l’esposizione ha l’intento di dare una panoramica di una vita dedicata alla macchina fotografica.

La mostra raccoglie una selezione di 135 stampe originali in bianco e nero, documenti d’archivio, poesie, epigrammi, scatti familiari e un video che ripercorre l’amicizia tra Giuseppe Loy e gli artisti Alberto Burri, Afro e Lucio Fontana.

 

     “… Ecco allora che mi si rivela il motivo di tutto quell’ordine e organizzazione, di tutte quelle stampe, appunti, indicazioni”, afferma Il co-curatore, Angelo Loy, che prosegue: “aver permesso a qualcuno, e in questo caso a un figlio, di riprendere le fila del suo discorso, e di trovare postuma la giusta collocazione, il riconoscimento sperato e mai richiesto”. Alla stregua di altre grandi mostre dedicate ai fotografi italiani, l’obiettivo finale è quello di rivalutare sul panorama internazionale la fotografia italiana del secondo Novecento, riordinando quegli “appunti visivi” con cui Giuseppe Loy desiderava imprimere una traccia duratura della società degli anni in cui ha vissuto, senza cedere al fascino della spettacolarizzazione.

     In mostra nella Sala delle Colonne e nelle Cucine Novecentesche di Palazzo Barberini, gli scatti di Loy immortalano il suo impegno politico e il suo sguardo sui costumi di un'Italia in profondo cambiamento, alternati a immagini più intime, frammenti della sua vita privata, testimonianze preziose delle amicizie di Giuseppe Loy e i protagonisti del mondo dell’arte in un periodo storico in cui “il tempo, la politica e gli eventi stavano precipitando l’intero mondo verso una coscienza nuova, profonda e a tratti ribelle” scrive in catalogo Luca Massimo Barbero. 

“Ogni famiglia ha la propria storia da raccontare” dichiara la curatrice Chiara Agradi “Quella dei Loy è la storia di una famiglia d’intellettuali dai destini illustri che malgrado la notorietà ha mantenuto una garbata riservatezza, lontana dagli eccessi mediatici. E quello di Giuseppe Loy, in particolare, è il racconto di un amateur che ha fotografato tutta la vita, lasciando un archivio di migliaia di negativi e stampe d’epoca tutto da scoprire”.

     Le fotografie presentano alcune tematiche ricorrenti, tra cui il ritratto dell’italianità, che emerge nei piccoli gesti della vita quotidiana, la riflessione per immagini sul paesaggio italiano, che cambia tra la fine degli anni Cinquanta e i primissimi anni Ottanta, gli scatti rubati sulle spiagge, con corpi distesi al sole immortalati da tagli fotografici particolari e dalla seducente ironia che pervade il lavoro dell’autore, fino ad arrivare alla toccante raccolta di fotografie in cui la vera protagonista è la sincera amicizia che legò Giuseppe Loy ad artisti del calibro di Alberto Burri, Afro e Lucio Fontana.

     In occasione della mostra sarà pubblicato il catalogo trilingue (italiano, francese, inglese), casa editrice DRAGO, grazie al sostegno di Banca Popolare Etica. Il volume, la cui prima ideazione è imputabile allo stesso Giuseppe Loy appena prima della sua morte, contiene i testi di Edoardo Albinati, scrittore, Chiara Agradi, storica dell’arte, Luca Massimo Barbero, direttore dell'Istituto di Storia dell'Arte della Fondazione Giorgio Cini, Bruno Corà, presidente Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Emilio Garroni, filosofo, Margherita Guccione, direttore MAXXI Architettura, Angelo Loy, presidente dell'Archivio Fotografico Giuseppe Loy, Rosetta Loy, scrittrice, Alice Rohrwacher, regista.

     Giuseppe Loy (Cagliari, 1928 - Roma, 1981) è il fratello minore del regista Nanni Loy, e marito di Rosetta Provera, nota in ambito letterario come Rosetta Loy. Giuseppe si trasferisce a Roma nel 1938. Dal 1953 al 1957 lavora nel cinema come segretario di produzione per poi trovare impiego nell’impresa di costruzioni fondata dal suocero. Parallelamente esercita due attività senza fini di lucro: la poesia e la fotografia. La seconda costituirà una vera e propria ossessione. Diverse sue mostre sono state ospitate presso la galleria il Segno, a Roma. Muore nel 1981, lasciando più di 70.000 scatti e oltre 1800 stampe originali che l’Archivio Fotografico Giuseppe Loy sta nel tempo valorizzando. Il percorso fotografico dell’autore va da un generale interesse per la fotografia sociale – il racconto di paesi, città, persone, atmosfere, architetture – al racconto profondo e ironico dell’aggressione edilizia del territorio e delle coste della penisola negli anni Sessanta e Settanta. Giuseppe era poi amico intimo degli artisti Burri e Afro i cui ritratti (insieme a quelli di Lucio Fontana) sono tra gli scatti più conosciuti dell'autore.

Michele De Luca