Mercoledì 12 dicembre 2007, alle ore 17,00. La Pro Loco di Castronuovo S.Andrea, rinnova una tradizione ormai consolidata e anello di una catena che, dal 1995, interessa tutta Italia, da Roma a Trieste, Orvieto, Assisi, Macerata, Palermo, Longiano, Grottammare, Matera, Bari: i presepi d’artista appositamente realizzati in occasione delle feste natalizie e accompagnati da un volumetto, pubblicato dalle Edizioni della Cometa, che tra l’altro comprende un testo di Giuseppe Appella e una Preghiera a Gesù Bambino che viene letta in occasione dell’inaugurazione. La preghiera, naturalmente, è scritta dagli artisti.
Quest’anno, gli artisti prescelti sono: Claudio Palmieri, che ha creato in acciaio e ceramica Il Presepe Celeste, allestito in S. Maria della Stella; Saverio Todaro, che ha dato forma a un originale presepe in gesso, legno e acciaio, denominato L’Enfant Prodige e ospitato nella Cappella-Casa natale di S. Andrea Avellino, in occasione del IV centenario della morte.

Lievitano i personaggi che Claudio Palmieri ha disegnato nello spazio, a figura d’uomo. Seguono l’angelo – cometa che li guida nel cielo aprendo coni d’ombra sul pavimento dal quale si alzano lentamente e sui muri dove si doppiano, ancora più allungati, privi di peso. E mentre la figura della Madre accoglie, assieme al Bambino, San Giuseppe, i tre Re Maghi e il pastore, lì dove la linea portante incontra altre linee per fermare il gesto d’adorazione e di stupore, un fiore di ceramica apre la sua corolla, quasi volesse dar voce a canti di giubilo e d’improvvisa allegria. Perché la musica è già presente nelle vibrazioni del metallo, disposto a emettere suoni attraverso l’abbraccio continuo delle figure mosse dall’aria e dalla presenza umana.
Suono, luce, colore, movimento. Gli elementi della scultura di Palmieri ci sono tutti in questo presepe celeste e sono originati, ogni volta, dal materiale usato, in questo caso l’acciaio inox, capace di farsi struttura e sagoma del pensiero-forma, del microcosmo originato da un tema importante quale il Natale.
Claudio Palmieri è nato a Roma nel 1955. La sua prima mostra personale, a L’Attico di Roma, è del 1985. Ne seguiranno numerose altre nelle più note gallerie e nei musei di New York, Milano, Modena, Bologna, Bari, Graz, Zurigo, Firenze, Spoleto, Edimburgo, Torino, Matera, Sapporo, Yokohama. Ha esposto alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma.

Può la rappresentazione di un avvenimento misterioso risolversi come il silenzio e la concentrazione di una partita a scacchi in cui è stata scelta la centralità del Fanciullo quale unica possibile soluzione delle tante mosse fissate dalle sacre scritture e dalle successive leggende?
Messo di fronte all’interrogativo che ha provocato, all’iconografia esistente e alla trasposizione metaforica che ne deriva, Todaro non si spaventa. Evita, immediatamente, di fare del Fanciullo un attributo: non è retto tra le braccia della madre (la Regina) o su un libro, non è riscaldato dal bue (la Torre) e dall’asino (l’altra Torre), non è vigilato da San Giuseppe (il Pedone), non è adorato dai Re Maghi (gli eterni Pedoni con la sfera di cristallo) e dai pastori (anch’essi Pedoni, senza gregge), non è trasportato sulle spalle, non giace sulla culla o in un cesto, non nasce dal tronco di un albero, non allatta dal seno della Vergine, di una capra o di una lupa, non è abbandonato sul terreno per essere ritrovato da alcuni pastori. Si erge, già adulto ma con il cordone ombelicale appena strappato in evidenza. Subito in movimento, è segnato, come la Madre, dagli spilloni che fanno corona sulla testa da vecchio. Ha gli occhi chiusi, e la bocca contratta in una smorfia che ricorda quella sulla croce prima dell’ultimo respiro.
Ne deriva un’atmosfera di magia, non di fiaba, attraversata da un’inquietudine resa più intensa dai colori lividi dei personaggi proiettati di peso in un’altra dimensione dove la quotidianità della vita diventa un miracolo avventuroso, senza confini, e l’enfant prodige ci restituisce l’universo di un’infanzia perduta.
Saverio Todaro è nato a Berna nel 1970 e vive a Torino dove ha tenuto la sua prima personale (Galleria Caterina Fossati) nel 1994. Le sue altre presenze, in mostre di rilievo, in Quebéc, Praga, Ferrara, Montecarlo, Marsiglia, Berlino, Matera, Genova, Shanghai.

Sempre a Castronuovo, nelle antiche stalle del Rione Catuna che, in alternanza col Rione Manca e il Rione Trappeto, si dispongono per l’appuntamento che si ripete dal 1995, sarà possibile ammirare la seconda parte della collezione dei presepi di tutto il mondo messi insieme da Vanni Scheiwiller, l’editore milanese che in questo lembo di Lucania scese più volte con Giovanni Pugliese Caratelli, Carlo Belli, Libero De Libero, Mino Maccari, Fausto Melotti, Pietro Consagra, Leonardo Sinisgalli.
I presepi rimarranno esposti fino al 7 gennaio 2008 con i seguenti orari: 16,00 - 21,00. Per visite e appuntamenti telefonare al n. 0973/835484 - 3405674292.

Ingresso libero. 

ROMEO GRAZIANO - Presidente della Proloco