Sta per finire la lunga agonia di una ragazza che aveva deciso di morire! Eluana, dopo 16 anni, otterrà quanto desiderato!

 

Caro Peppino Englaro, chi Le scrive è uno dei tanti che vuol dire la sua sul momento più triste della dolorosissima vicenda mediatica circa le condizioni di Eluana, sua figlia. Per Lei la sua Eluana è morta sedici anni fa; per Lei Eluana aveva espresso il desiderio di morire per non vedersi soffrire come era capitato ad un suo amico, è vero? Caro Peppino la magistratura Le “fornisce” una mano perchè il Suo gesto divenga o appaia mitigato nella propria crudeltà. Le confesso, e mi piace esserLe schietto, di non condividere il Suo modo di fare; se lei teneva ad Eluana ed ai suoi desideri cosa Le avrebbe impedito di “uccidere” Lei la sua Eluana? I modi sono molteplici! Mi potrà rispondere che glieLo vietava la magistratura, o che il caso di Eluana, la Sua Eluana, divenisse da esempio per chi si trova nella stessa condizione, o che, ma lungi da me dal pensarlo, che Eluana fosse un fenomeno mass-mediatico che cattura il pubblico! Non ho potere decisionale sulla Sua vicenda, caro Peppino, ciò nonostante non posso tacere sulla vita, la vita di Eluana! Sarebbe banale limitarsi ad assecondare idee ed ideologie cattoliche e non-cattoliche, pro eutanasia ed anti eutanasia, su una vicenda privata vissuta nel Suo dolore e nella sofferenza di Eluana. La magistratura, dispensatrice di vita e di morte, ha sentenziato: Eluana “può morire” con buona pace di tutti! Caro Peppino, il caso della Sua Eluana apre un dibattito ampio non semplicemente sulle terapie eutanasiche, ma, a mio parere, sull'orizzonte sterminato dell'utilità e l'inutilità della vita, sulla necessità di vivere la vita e quando bisogna farla cessare, sulle patologie da debellare e quelle da assecondare, sulla questione dei malati che “recano un danno” alle casse dello Stato poiché improduttivi! La saluto ben conscio che il Suo dolore,e non SOLLIEVO, è il dolore di tanti, me compreso. 

MARIO DI SARIO