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Attraverso una significativa selezione di lavori, la mostra offre l’occasione di conoscerne l’intera opera, dal percorso indipendente, in bilico tra suggestioni concettuali e fisicità espressiva e difficilmente collocabile all’interno di correnti o movimenti.
Il percorso espositivo, che si snoderà nei saloni centrali della Galleria nazionale, intende presentare le tappe salienti della ricerca dell’artista, a partire dai primi lavori, fino alle sculture drammatiche della produzione matura, interrotta nel 2004 da una morte precoce.
Ispirato da artisti come Medardo Rosso, Duchamp, Fontana, o Arturo Martini, ma profondo conoscitore di tutta la storia dell’arte e catturato dal fascino dei materiali Cerone ha sempre instaurato con essi un rapporto emotivo e fisico, sperimentandone le molteplici combinazioni e le possibili modalità di lavorazione, da quelle tradizionali alle più audaci.
In mostra sarà esibita una selezione di ceramiche, legni, gessi, plastiche e marmi di differenti lavorazioni e dimensioni, caratterizzati da una notevole forza evocativa e da una prorompente energia plastica.
Le ceramiche più piccole, come la serie dei Soffincielo e quella dei Fiumi del Vietnam, si alternano a opere quasi monumentali tra le quali i grandi legni degli anni ottanta e i Calici piangenti, gessi che sviluppano una delle costanti della ricerca di Cerone, quel verticalismo memore delle colonne classiche che lascia protendere e dialogare le forme con lo spazio. Vi si contrappongono le sculture di ceramica, vetroresina o gesso poste a terra la cui orizzontalità costringe il visitatore a misurarsi con la dimensione terrena del quotidiano. 
Così nei Tappeti la ceramica si allunga e si plasma in iconografie di spighe e carciofi, mentre nei Santi contrari il gesso viene ridotto a sudario, muto testimone di antiche virtù, ancorato al suolo dall’attualità della sua forma.
Una specifica attenzione è stata dedicata ai lavori in moplen, materiale plastico in uso negli anni settanta, che Cerone seppe plasmare a suo piacimento e di cui sfruttò la malleabilità e la singolare resa se sottoposto a surriscaldamento e deformazioni.
La mostra organizzata dalla Galleria nazionale d’arte moderna e curata da Angelandreina Rorro, è il risultato di un lavoro di ricerca condotto in collaborazione con l’Archivio Giacinto Cerone teso a valorizzare l’intera opera dello scultore e a farla conoscere al pubblico inserendosi nella serie delle monografiche dedicate ad artisti italiani. Il raggiungimento di questo obiettivo è stato possibile grazie al sostegno di galleristi, amici e collezionisti, che hanno voluto rendere omaggio all’artista.
In catalogo, edito da Electa, i testi critici di Giuseppe Appella, Mario Codognato, Raffaele Gavarro, Daniela Lancioni e della curatrice, le immagini e un regesto di tutte le opere esposte, una dettagliata biografia e la bibliografia completa.

PINO DI SARIO