Posizione geografica e cenni storici

Il paese sorge nella media valle del Sinni, in una posizione pittoresca, a 650 metri sul livello del mare. Abbarbicato sullo schienale del monte Manca,

 

il paese pare generato dalla roccia che lo sostiene, mentre il verde tutt’ intorno, nasconde e attenua frane e crepacci, segni dalla sua passata sofferenza. Confina con i comuni di Chiaromonte, Roccanova, San Chirico Raparo, Calvera. Il territorio è prevalentemente montuoso, a tratti collinare. Geologicamente risulta formato da conglomerati di roccia calcarea, misti ad argilla e sabbia, che con la pioggia diventa franosa generando i famosi “calanchi”. Dista 117 Km dal capoluogo Potenza. Oggi abitato da circa 1.300 anime, è un grazioso borgo dell’alta collina lucana che si estende su una superficie di 44,44 Kmq a nord del Parco Nazionale del Pollino.

La sua storia ha origini assai remote ed affascinanti e, come tutte quelle intorno alle quali non sono rimasti che scarni documenti, è avvolta dal fascino dell’ ignoto e del leggendario. Ciò premesso, anche se dobbiamo ammettere che non è stato possibile cogliere nei frammenti dei racconti il punto dove la storia cede il passo alla leggenda e dove il mito riveste, nascondendola, una precisa realtà, rimaniamo nel vago nel raccontare la enigmatica storia del nostro paese. 

Il fascino della leggenda circonda nella sua fitta nebbia le origini, intese come una primordiale forma di struttura sociale, di Castronuovo. Il toponimo è un evidente richiamo all’influenza romana esercitata nel meridione d’Italia: le guerre sannitiche ne rendono testimonianza. L’etimologia latina tradisce naturalmente una prima fondazione ed una successiva rifondazione, ma le nostre informazioni non chiariscono se sia stata una rifondazione solamente urbanistica piuttosto che culturale o sociale.

Infatti Castronuovo deriva dai termini Castrum Novum, letteralmente tradotto con accampamento nuovo; ma ciò presuppone, con ogni buona probabilità, che vi sia stato prima un Castrum Vetus, ossia l’accampamento vecchio. Secondo alcuni, affonda le radici nel lontano 70 A.C., data nella quale l’esercito romano, sotto il comando del generale Marco Licinio Crasso, fece approntare in Lucania diversi Castra (accampamenti), al fine di fronteggiare la guerra contro i rivoltosi di Spartaco, definita dagli storici come la più feroce tra le guerre servili di quel periodo.

Fatta una dovuta obiezione, secondo la quale nella storiografia antica non vi è traccia di movimenti di Spartaco in questa parte della Lucania, è più probabile concordare con il professore Elefante1 sulla fondazione recente databile tra il V-VI sec. D.C. in relazione con le prime invasioni barbariche. Il Castello, un bellissimo quartiere castonovese, testimonia il passaggio dal semplice Castrum ad una forma di urbanizzazione più strutturata, cioè un borgo, con al centro un castello, protetto dalle invasioni barbariche ad occidente da spesse mura di cinta e nei restanti lati da ripide pareti rupestri.

Dopo la decadenza dell’Impero Romano e le repentine invasioni barbariche, la Lucania fu contesa tra Longobardi e Bizantini, i quali alla fine ne ottennero il dominio. A queste lacerazioni politiche però si aggiunse un elemento unificante: la religione. Infatti l’intera area cominciò ad essere meta di numerosi monaci greci, i quali si rifugiarono sulle montagne del territorio a noi circostante in grotte scavate nella roccia attorno alle quali, con il passare del tempo, vennero fondati dei veri e propri monasteri. Tra questi ricordiamo il Monastero di Carbone dei Santi Elia ed Anastasio, importante perché detenne per molti anni il potere su Castronuovo, definito nei documenti del tempo come uno dei suoi più importanti possedimenti feudali. E fu proprio in uno di questi documenti, risalente al 1059 e appartenente ad un Abate dell’antico Monastero, che comparve per la prima volta la denominazione di “CASTRONUOVO”.

Oltre ai Bizantini, la cui presenza è attestata da innumerevoli reperti archeologici, oggi conservati nel museo della Siritide a Policoro, Castronuovo fu anche meta dei Normanni, giunti in Italia meridionale nel XI secolo D. C.. A quel tempo in Italia centro-settentrionale le strutture feudali si andavano degradando per lasciare il posto al nuovo ordinamento delle autonomie comunali; ma contemporaneamente, nel meridione occupato dalle più potenti famiglie Normanne, si sviluppò un solido sistema feudale basato su una serie di rapporti inter-personali tra il signore ed il vassallo.

Prima dell’arrivo dei Normanni, Castronuovo faceva parte di un antico Tema bizantino (circoscrizione amministrativa) che aveva come capitale Tursi. A seguito delle numerose vittorie di Roberto il Guiscardo, il piccolo borgo venne annesso alla Contea di Andria. Passò poi nelle mani di potenti proprietari terrieri come la famiglia Chiaromonte agli inizi del XIII sec., i Sanseverino tra il XV e il XVI sec. e, infine, nei primi anni del XIX sec le famiglie Villano e Giura, le quali ne persero, in seguito, tutti i diritti feudali.

Dalle ceneri del feudalesimo sorse, nel 1808, l’attività dell’amministrazione comunale. Infine nel 1863 al toponimo "CASTRONUOVO" si aggiunse "DI SANT'ANDREA", in onore del suo più illustre cittadino.

1 Elefante Francesco, Storia di Castronuovo di Sant’Andrea - paese di Lucania, Ed.Della Cometa, Roma MCMXC.