Cappella della Madonna delle Grazie1

La cappella di Santa Maria delle Grazie è ubicata in via  Fosso del Rione Trappeto. Fatiscente è pericolante è  attualmente in fase di ristrutturazione per uscire dallo stato di vergognoso degrado degli ultimi anni.

"Entrandovi, dopo che un volenteroso cittadino è riuscito a forzare l'ingresso, abbiamo provato un senso  di ribellione, di disgusto, di sdegno, di tristezza. Sulla  parete destra entrando, il tempo di notare una  acquasantiera, crediamo di artigianato. Sulla sinistra un  altare in legno aggredito dalle tarme; poi avanzando con  cautela, nel presbiterio, un altare centrale pur esso di  legno eretto nel 1922 a devozione dei signori Alessandro  e Vincenzo Schettino; sul lato destro sempre nel  presbiterio, un altro piccolo altare, pur esso in legno,  con  un dipinto raffigurante un angelo, con alle spalle  l'albero della vita, che benedice un bambino assopito su  di una carrozzina; in basso il serpente che, in questo  caso, può raffigurare la sconfitta del male.

Sul lato  sinistro una lapide di marmo murata con l'epigrafe:

Alla incolpata memoria / del barone di Battifarano
don Gaetano Villano / che all'aura di nobiltà vetusta
Virtù di mente e di cuore fu solerto ad educare
Il primogenito di lui Cavalier Don Carlo
Intendente della provincia cui bagna il Crati
col fratello Camillo e la sua sconsolata madre
Questa marmorea lapide / lacrimando pose.
Visse anni XCI. Mesi II G. XIV
Passò al riposo dei giusti il XXVIII ottobre MDCCCXXXXII

Nel leggere questa epigrafe il lettore potrebbe essere colpito dalla parola "incolpata" quindi interpretarla in senso negativo. Ciò non è possibile: primo perché contrasta con gli aggettivi che seguono,  secondo perché la parola "incolpata" sta per il latino "inculpatus". Infatti il  prefisso "in" funziona da particella negativa "non", per cui al posto di incolpata si deve tradurre: "scevro da colpa", e nel qual caso leggasi "chiara" oppure "illuminata". Per quanto riguarda la sua edificazione noi propendiamo che la Cappella attuale sia stata ricostruita sull'area di quella esistente, dove dinanzi  all'altarino della Vergine Santissima mamma Margherita, della famiglia Apelli, abbracciò e benedisse quel figliuolo che non avrebbe rivisto mai più. Dalla  testimonianza del nobile Giovan Luigi Capece Piscitelli (20 febbraio 1614, Processo napoletano 1, foglio 44) rilieviamo che "... mi diceva detto padre Andrea che quando uscì l'ultima volta dalla 'patria' detta sua madre  accompagnò il figliuolo sino fuori la terra (paese) dov'era una Cappelluccia con l'immagine della Beata Vergine e che si inginocchiarono insieme in detta Cappella e insieme pregarono; poi ricevette l'abbraccio e la sua  benedizione".

Alberto Mobilio, Castronuovo di Sant’Andrea leggenda storia memoria, Ed. Tipografia Facciotti, Roma 1995