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L’ uso di droghe non è un fenomeno recente, ma ha accompagnato la storia dell’uomo sin dall’antichità. Molto probabilmente la scoperta delle proprietà delle sostanze psicoattive è avvenuta in epoca preistorica. Ci sono prove che documentano l’uso di queste sostanze in molte popolazioni antiche. Alcuni scritti risalenti al 4000 a. C. e ritrovati in Medio Oriente ne rinvengono l’uso presso i popoli che occupavano la Mesopotamia, come i Sumeri.

Tra le sostanze più usate troviamo l’oppio, che è, probabilmente insieme al vino, la droga più usata anche presso la Roma degli impertori: Nerone,Tito,Nervale Adriano, ne fecero uso; il grande Marco Aurelio è probabilmente uno dei primi “tossicodipendenti”. In molte monete dell’antichità, comprese alcune risalenti all’antica Roma, è raffigurata spesso la pianta di papavero, a dimostrazione della notorietà di questa sostanza. Nei miti della cultura greca, l’oppio ricorre molto spesso, usato sia come mezzo di evasione che come medicamento. Oltre all’oppio veniva usata anche la canapa soprattutto in India, dove si coltivava; si narra infatti che il dio Shaiva mangiava le foglie di canapa come il suo cibo preferito.

L’utilizzo delle sostanze allucinogene avvenne in diversi popoli, sia antichi che contemporanei, molti dei quali abitanti nel continente americano: dai nativi dell’America del nord, fino alle popolazioni dell’America meridionale, tra le quali era ed è molto diffuso anche l’uso di coca.

Tale uso era legato a riti magici e religiosi, spesso era riservato a pochi iniziati , con norme ben strutturate per l’impiego; il loro uso aveva giustificazioni e fini socialmente riconosciuti, non era considerato come un comportamento deviante e l’atteggiamento nei confronti del consumo era positivo. Nel corso dei secoli l’uso delle sostanze psicotrope è cambiato, come sono cambiate le sostanze stesse; durante il XIX secolo, infatti alle sostanze esistenti in natura se ne sono aggiunte delle nuove di origine sintetiche e semisintetiche. Negli anni 60 si ha il boom del consumo di droghe fra i giovani, soprattutto in America, dove ebbe origine il movimento degli hippy tra i quali si faceva un largo uso di haschis, marijuana e LSD, e tale comportamento venne assunto dalle varie generazioni come rivendicazione della propria autonomia e della voglia di rottura con il mondo degli adulti, di fronte ad una realtà sociale in crisi nella quale si sentivano inadeguati. Oggi il suo uso non esprime più disagio e voglia di cambiamento, ma è diventato uno dei tanti comportamenti che caratterizzano la società attuale, tesa solo al divertimento.

L’uso delle droghe avviene soprattutto durante le vacanze e i fine settimana, per aumentare il piacere del divertimento, mentre negli altri giorni, le stesse persone che ne fanno uso, svolgono tranquillamente il loro lavoro o vanno regolarmente a scuola. In tutti i paesi occidentali si è cercato e si cerca di contrastare il fenomeno emanando leggi severe per chi ne fa uso e soprattutto per chi la esporta e importa. Ma l’uso della droga anche solo per divertimento è l’espressione di un disagio, dal momento che non si è più in grado di trascorrere una serata piacevole senza ricorrere a qualche artificio.

Esprime la difficoltà di reggere il ritmo della vita moderna, diventata frenetica sia in ambito lavorativo che addirittura in quello del tempo libero, esprime l’esigenza di sentirsi in sintonia con sé stessi, con le altre persone, col mondo, cosa che evidentemente è diventata difficile da ottenere con le proprie forze. E’ in questo contesto che si inserisce l’uso dell’ ecstasy, la “nuova droga” per eccellenza, la droga che dà energia e che ti permette di essere il sintonia con l’universo, che non ti fa sentire solo.