O “Pulminer”

Il termine dialettale descrive la condizione, nella quale un uomo normale, senza apparente predisposizione ed in determinate circostanze, assume le parvenze misteriose di un animale, che i più riconoscono come un lupo.

E’ chiaro che si sta parlando del lupo mannaro; la medicina tradizionale, descrivendone la condizione patologica come licantropia, attribuisce tale mistero ad una forma di alterazione psichica dell’individuo. Come sempre quando ad un fenomeno non si riesce a dare una spiegazione logica, razionale e condivisa dall’opinione pubblica, si cerca sempre di spiegare, o meglio di non spiegare, attraverso le infinite potenzialità della mente.

Non sembra, e questo si chiede ai lettori, che qualche volta sia necessario ammettere di non essere in grado di spiegare razionalmente un fenomeno quale il presente? Le testimonianze vi sono, ma il timore di esporle pubblicamente metterebbe a rischio l’incolumità di chi ha avuto modo di vivere tale esperienza. Le ricerche, fatte a riguardo, mostrano in buona percentuale che quanti sono stati testimoni oculari erano persone che godevano e, qualcuno ancora gode, di ottima stima e culturale e sociale; quindi sono al di sopra di qualsiasi sospetto.

Premesso che non vi è in alcun modo forma di ereditarietà di questa licantropia, il compito di chi scrive è di narrare quanto più fedelmente possibile alle testimonianze, dirette ed indirette, come il fenomeno si manifesta, quali sono le circostanze favorevoli, quale la maniera di comportamento di fronte ad un lupo mannaro.

In maniera brutale si potrebbe dire che il fenomeno si manifesti con la trasformazione di un uomo in una forma animale simile ad un lupo: da qui il termine. Si narra che vada ramingo, solitario, ululando, sempre alla ricerca di refrigerio e che sia eccezionalmente aggressivo.

Le circostanze favorevoli alla manifestazione del fenomeno sono essenzialmente due: la fase lunare, ma principalmente una rarissima predisposizione genetica. Approfondire la ricerca scientifica per il secondo aspetto, la quale ricerca, come di solito avviene per argomenti sensibili all’opinione pubblica, non è mai accettata unanimemente dalla comunità scientifica, appare superfluo e distante dalle intenzioni di chi scrive.

Si vuole, invece, approfondire quanto più possibile l’incidenza della luna sul comportamento umano.

E’ risaputo, ma la comunità scientifica ufficiale ne prende le distanze, dell’influenza degli astri ed in particolar modo della luna sulla vita, sulle scelte, sul destino dell’uomo. La luna, astro che alimenta la fantasia dei poeti e degli innamorati, è responsabile dello spostamento dei liquidi presenti sulla superficie terrestre; la prova provata ne è il fenomeno delle maree.

Tornando alla condizione del licantropo, si dice, ma con dati di fatto puramente soggettivi, che il sangue di un potenziale licantropo divenga caldo al punto da alterare per un breve lasso di tempo, che non ha mai superato i quindici minuti, la catena genomica. In queste condizioni l’uomo predisposto altera il suo stato fisiologico e comportamentale. Chi è a conoscenza del suo stato licantropico nelle notte di luna piena non rimane nella propria abitazione, ma si reca in luoghi aperti e lontano dalla gente.

E’ fantasia popolare raccontare della folta peluria che copre il licantropo; dati alla mano mostrano che il lupo mannaro sia soltanto nudo e ricoperto dai suoi peli umani. Un particolare aneddoto narra di un uomo, che sapendo di essere un licantropo, raccomandò la moglie, nelle notti di luna piena, di non aprire mai la porta di casa se non dietro dei segnali precisi. La raccomandazione era questa: bussare due volte equivaleva ad aprire la porta, mentre bussare tre volte equivaleva a non aprire la porta; al lettore lo scontato esito di una storia che vide la moglie, incurante degli avvertimenti, morta sotto i feroci colpi del marito/licantropo ed il marito suicida, una volta ritornato alla normalità di uomo. Se tutto ciò ha un alone di fantasia, gli unici dati certi sono che il licantropo non sia in grado di salire oltre i tre scalini e che riesca a ritornare allo stato umano dopo essersi immerso in un tinello colmo di acqua al fine di estinguere i bollori provocati dalla sua condizione.