Fu il più celebre esponente della Scapigliatura lombarda
Fino al 31 maggio una mostra alle Gallerie Maspes di Milano

****Di lui ebbe a scrivere Carlo Dossi: “Studiano gli scienziati il modo d'immagazzinare il sole. Io dico loro: guardate i quadri di Tranquillo Cremona”. Dal 16 marzo al 31 maggio 2018 alle Gallerie Maspes di Milano (via Manzoni 45) una mostra rende omaggio a Tranquillo Cremona (Pavia, 10 aprile 1837 - Milano, 10 giugno 1878), il più celebre esponente della Scapigliatura.

Nato in una famiglia di origini ebraiche, Tranquillo Cremona, fratello del matematico Luigi Cremona, compie gli studi superiori al liceo classico Ugo Foscolo di Pavia. Fu l’iniziatore della scapigliatura in pittura, pur partendo da modi alla Hayez, ma con maggior gusto cromatico di ascendenza veneta (a Venezia il giovane pittore soggiornò tra il 1852 ed il 1859, frequentandovi l'accademia). Successivamente il linguaggio dell'artista si rivolse alla ricerca di effetti vaporosi e morbidi, ottenuti con il prevalere dello sfumato sul contorno, in obbedienza alla teoria dell'indefinita suggestione musicale a cui tendono tutte le arti, di cui Giuseppe Rovani si era fatto sostenitore nel libro 'Le tre arti' (1874). A tali risultati Cremona pervenne a partire dal 1870, quando presentò 'I cugini', frutto delle ricerche e degli studi del periodo precedente (temi forse ispirati a esperienze biografiche dell’amico Carlo Dossi). Si tratta di opere che non potevano non sorprendere e non scandalizzare nell'ambiente milanese, dominato dal compassato verismo di Giuseppe Bertini di cui fu anche allievo.

****È particolarmente significativa la recensione, nella “Strenna ricordo dell’Esposizione Nazionale di Milano” del 1872, di Yorick (pseudonimo di Pietro Ferrigni) il quale accostò per primo Cremona al contemporaneo Daniele Ranzoni. In realtà, Cremona dimostrava la sua insofferenza per il clima dominante proprio attraverso la ricerca del simbolismo. Quanto alla natura sfatta delle sue immagini, la cui riconoscibilità non è sempre certa, essa dipende dallo sforzo di fondere le figure con l'ambiente, su una linea che sarà ripresa da Medardo Rosso e che sfocerà nelle proposte, altrimenti impostate, di Umberto Boccioni. Tranquillo Cremona morì la mattina del 10 giugno 1878 a Milano, a soli 41 anni e riposa nel Cimitero Monumentale di Milano. La causa della morte fu avvelenamento da contatto con coloranti tossici a base di piombo (saturnismo): per comodità di confronto egli si sporcava le mani di colore ma il piombo delle biacche, infiltrandosi nel sangue, finì per causargli la paralisi degli intestini. Aveva da poco finito di dipingere la sua opera più famosa, “Edera”. 

****L’artista, insieme a Giuseppe Grandi e a Daniele Ranzoni, è stato il protagonista assoluto di questa straordinaria stagione dell’arte italiana, che trova il suo ideale avvio nell'esperienza di Giovanni Carnovali detto il “Piccio” e proseguita nel tempo attraverso la sperimentazione di Luigi Conconi e di una fitta schiera di seguaci. La Scapigliatura intendeva proporre un linguaggio pittorico innovativo, lontano da ormai stereotipati modelli accademici, attento a temi sensibili nei confronti dei cambiamenti sociali e culturali dell’epoca, espresso attraverso una stesura vaporosa, fatta di pennellate morbide e vibranti alla luce diretta, per certi versi parallelo all'Impressionismo francese.

****L’evento, nato da un’idea di Francesco Luigi Maspes e curato da Sergio Rebora, col patrocinio del Comune di Milano, della Città Metropolitana, della Regione Lombardia, della Commissione Europea, riunisce a Milano, dopo quasi un secolo, i due capolavori del pittore scapigliato, “Melodia” e “In ascolto”, il più importante dittico dell’artista e forse il più popolare “pendant” della pittura europea di fine Ottocento, realizzato da Tranquillo Cremona tra il 1874 e il 1878 su commissione del noto industriale tessile Andrea Ponti per la sua villa di Varese, e che non vide mai la sua posa in opera nella prestigiosa dimora. I due quadri vennero presentati al pubblico insieme per la prima volta nel 1878, in occasione della “Mostra postuma delle opere di Tranquillo Cremona” organizzata da Vittore Grubicy De Dragon nel Ridotto del Teatro alla Scala di Milano, quindi nel 1912 alla rassegna dedicata al pittore dalla Biennale di Venezia e nel 1929 alla mostra per celebrare il cinquantesimo anniversario della sua morte nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano. Nel 1938, per l’ultima volta insieme, la coppia di tele condivise gli spazi della Sala del Petrarca accanto al celeberrimo “L’edera” alla mostra “Tranquillo Cremona e gli artisti lombardi del suo tempo”, svoltasi al castello Visconteo di Pavia.

****Il volume che accompagna l’esposizione (Gallerie Maspes edizioni) contiene un testo di Sergio Rebora dedicato alla lettura dei due capolavori del pittore scapigliato, alla loro genesi, alla loro storia collezionistica e alla loro fortuna d'immagine. A esso segue una ricca sezione di apparati a cura di Elisabetta Staudacher, che ricostruisce la storia delle rassegne monografiche dedicate al pittore e a cui cui furono presenti insieme i due dipinti, integrata da altri contributi di Gianfranca Lavezzi, Elena Manara, Raffaella Ponte. In occasione dell’inaugurazione della mostra sarà presentato il progetto “Archivi della Scapigliatura”, per lo studio e la catalogazione di opere d’arte di artisti scapigliati. L’Archivio si pone come perfetta conclusione di un percorso di studio iniziato dalle Gallerie Maspes con i pittori Giovanni Carnovali detto “Il Piccio” e Federico Faruffini, proseguito con Daniele Ranzoni e ora approdato a Tranquillo Cremona.

Michele De Luca