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Realtà in equilibrio: 80 disegni e 20 sculture di

CARLO LORENZETTI  e BRUNO CONTE 

ospitati nei Musei del Sistema ACAMM

La mostra antologica, a cura di Giuseppe Appella,

è un vero e proprio viaggio interiore 

Museo Paul Russotto di Aliano, Mig di Castronuovo Sant’Andrea, 

Musei MAM di Moliterno, Fondazione Sinisgalli di Montemurro

30 giugno – 30 settembre 2018

Nel 1982, per una mostra alla Galleria Il Segno di Roma che comprendeva, oltre Carlo Lorenzetti, Giulia Napoleone e Bruno Conte, anche Rodolfo Aricò e Giuseppe Uncini, Fausto Melotti intitolava Realtà in equilibrio il testo pubblicato in un foglio-manifesto diffuso per l’occasione. Considerava i cinque artisti “anacoreti, lontani dalle tentazioni del mondo” che “vedono dalle finestre e conoscono fuori e anzitempo ciò che sarà necessario alla costruzione dell’edificio dell’arte” […], compagni nella ricerca, […] compagni in ciò che l’arte richiede, sacrificio e amore. […]. Non di mimi, si tratta di alcune pietre portanti dell’arte”.

 

Il Sistema ACAMM, in contemporanea con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, accoglie due dei cinque “compagni nella ricerca” ricomponendone il percorso in tre mostre, curate da Giuseppe Appella: lo scorso anno Giulia Napoleone (Pescara 1936), in occasione della mostra alla Calcografia Nazionale, quest’anno, dal 30 giugno al 30 settembre 2018, Carlo Lorenzetti (Roma 1934) e Bruno Conte (Roma 1939).

Carlo Lorenzetti e Bruno Conte presentano 80 disegni e 20 sculture datati 1956-2018, ricomponendo l’intero percorso della propria ricerca espressiva.

Lorenzetti ci racconta: “L’Istituto d’Arte è stato per la mia formazione un luogo molto importante. Ho seguito, per due anni, i corsi di Plastica di Pericle Fazzini, uno spirito solare, schietto, spontaneo, che mi sollecitava verso una libertà formale e compositiva. Un giorno mi invitò a vedere il lavoro che stava realizzando per la Cappella dedicata a Santa Francesca Saverio Cabrini nella chiesa di Sant’Eugenio a Roma: rimasi colpito dal suo modo di affrontare il gesso con strumenti del tutto inusuali, soprattutto nel gruppo composto dalla statua della Santa e di un angelo. Per il Disegno ebbi come maestro Afro, di cui mi colpì il silenzioso ma efficace guidare in un processo di semplificazione. Ancora, accanto all’insegnamento di storia dell’arte, alquanto serioso, di Vincenzo Golzio, ricordo Ludovico Quaroni che nel disegno progettuale metteva in atto una metodologia fortemente pragmatica e stimolante, coinvolgente ed efficace per una educazione visiva della forma.

Ma devo soprattutto al magistero di Alberto Gerardi la conoscenza preziosa delle tecniche di lavorazione dei metalli e il senso ‘umanistico’ del fare. In tale contesto matura, dopo esperienze pittoriche, la mia più forte inclinazione verso la scultura, sollecitata pure, devo dirlo, dalla realtà artistica di Roma nella sua stratificazione temporale.

Passavo ore a passeggiare nella città per scoprire monumenti, soprattutto dell’antichità romana e del periodo barocco. Per non parlare, poi, della mia ammirazione per i maestri pittori e scultori del passato (Arnolfo di Cambio, Nicola e Giovanni Pisano, Masaccio, Bernini). Quanto ai contemporanei, la mia esigenza era più quella di conoscere che non quella di trovare degli interlocutori diretti”. 

Invece Conte: “Riguardando i miei primi lavori, dopo la metà degli anni Cinquanta, elaborati entro un microcosmo surreale, mi sembra già di avvertire, nel disegno delle forme lineari, una segreta scrittura. Il carattere della poetica che si è andato sviluppando e mutando fino a oggi si può identificare nella tematica di una misteriosa, eppure coinvolgente, materia della realtà: oltre il macrocosmo, il cosmo assunto nella stanza in cui si opera. Certo, le varie correnti d'avanguardia che si sono succedute non hanno mancato di lasciare un suggerimento. Tuttavia questi suggerimenti sono stati appresi nel mio mondo di sentire, pagando in fondo con una autonomia la possibilità di una utile rispondenza ai modi del momento. 

Le mie opere sono concettuali, ma nella loro forma, ancora meditata, tra equilibrio e squilibrio. Metafisici eventi e oggetti alieni. I "Libri lignei", i "Paginari", contengono dei messaggi. Sensazioni di messaggi, che non essendo espliciti agiscono sottili nelle pieghe del pensiero”. 

Sembrerebbe, ad una lettura frettolosa, un equilibrio precario quello che accomuna i due artisti, l’uno il versante opposto di una ricerca che proprio quando penetra a fondo nelle avanguardie o valuta il peso delle materie e della perizia tecnica necessaria per affrontarle e renderle parte fondamentale dell’invenzione, aspira a visioni euclidee, a tradurre in nuovo linguaggio la realtà, a ridare vigore alla dialettica delle forme che nella solitudine operosa dello studio tornano a catturare i nostri sogni.

Come si vede, negli organismi di Conte e nelle strutture di Lorenzetti, affidati a segni e costruzioni che coniugano perfettamente pittura e scultura, architettura, letteratura e scienza, quindi registri molteplici e diversi che si sollecitano l’un l’altro, l’immagine si fa anche scrittura, il rilievo volto, l’angolo precipizio, la struttura volta, la piega fauce, la nuvola pensiero oscillante, nella certezza che l’originale armonia plastica sia sempre sostenuta dal dono della poesia.

Quanto questo dono, unito a una sorprendente manualità, abbia guidato il viaggio interiore di Lorenzetti e Conte e il loro alfabeto formale imperniato sui concetti di volume, luce, spazio, indagati in opere geometrizzanti e semplificate, le mostre sottolineano con acribia, ripercorrendo, per decenni, con opere rappresentative, le strade battute nella seconda metà del ‘900, in una solitudine operosa che ha arricchito i ritmi sincopati delle superfici rientranti o sporgenti e la serrata dialettica del primo, la dimensione metafisica ma non simbolica del secondo, entrambi protagonisti di un sostanziale mutamento delle modalità di intendere il lavoro sulla tridimensionalità e sullo spazio.

 


 

NOTIZIE BIOGRAFICHE 

 

Carlo Lorenzetti nasce nel 1934 a Roma. Inizia ad esporre nel 1959, subito precisando la propria ricerca plastica: assume la lastra metallica come piano dell’invenzione di forme che, sbalzate, vivono la terza dimensione negando ogni valenza di massa solida e di peso materico. 

Dopo aver compiuto gli studi presso l’Istituto d’Arte di Roma e presso l’Académie de France a Villa Medici, insegna discipline plastiche negli Istituti d’Arte. 

Nel 1959 vince il premio nazionale per la giovane scultura assegnato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; un premio gli viene pure attribuito nel 1961 alla Biennale del metallo di Gubbio ove, in seguito, avrà ulteriori riconoscimenti.

La prima mostra personale ha luogo a Roma, nel 1962, alla Galleria Trastevere di Topazia Alliata. Giovanni Carandente lo invita, quale unico scultore giovane accanto a noti artisti internazionali (Arp, Calder, Moore, D. Smith, ecc.), alla mostra “Sculture nella città” nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nel 1964 tiene una personale alla Galleria Ferrari di Verona; l’anno successivo alla Galleria La  Salita di Roma espone severe sculture in ferro, dipinte a smalto rosso, giallo, nero.

Dalla metà degli anni Sessanta, con l’intento di essenzializzare la sua ricerca, compone nitide lastre d’acciaio dai tagli decisi, strutture razionali che generano, tramite l’inserimento di inattesi accenti plastici o cromatici, insolite percezioni ed esperienze di tipo mentale ed emotivo. In tale contesto importanti sono le  mostre alla Galleria Marlborough di New York (1966) e, nel 1967, all’Expo di Montreal, alla IX Biennale Internazionale d’Arte di San Paolo del Brasile e all’Arco d’Alibert di Roma.

Nel 1969 esce la monografia dedicatagli da Marisa Volpi Orlandini e Cesare Vivaldi. Nel 1970 tiene alcune personali a Il Cavallino di Venezia e alla Tiziana di New York.

Durante gli anni Settanta il suo lavoro ha tappe fondamentali nelle Biennali di Venezia (1970, 1972 con sala personale, 1976); nella Quadriennale di Roma (1973) e in numerose personali, tra cui quella a Piazza Margana a Roma nel 1971. Del 1972 è l’antologica con sculture all’aperto negli spazi della città di Anghiari. 

Sulla linea di una ricerca intrapresa già dal 1976 con materiali di vario genere (carta, legno, formica, batuffoli di cotone, punti metallici, ecc.), tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, modulando la lamina metallica (alluminio, rame, ottone), realizza sculture a più elementi, forme aeree nello spazio che si apre in un poetico contrappunto tra la regola della ragione e la licenza della fantasia. Si segnalano, così, le personali alla Galleria La Margherita di Roma (1978 e 1981), alla Galleria Giulia di Roma (1984) e la partecipazione a “Forme nel verde” (1985) negli Horti Leonini di San Quirico d’Orcia.

Nel 1986 è presente alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma.
Nel 1987 espone a Roma un’ampia rassegna dell’opera su carta, contemporaneamente presso le Gallerie L’Arco, Arco d’Alibert, Il Segno; è invitato alla mostra Italienische Zeichnungen 1946-1987 al Kunstverein di Francoforte sul Meno e alla Galleria Civica di Modena.

Con una ricerca sempre attenta ad individuare nuovi percorsi, concettualmente coerenti, formula nel tempo immagini dall’intonazione più grave, accentuata dallo strato di grafite dipinto sulla superficie modellata con un ampio respiro spaziale. Proprio nel 1987 a Milano, presso la Galleria Mazzoleni Arte, presenta Neri ferri sbalzati.

Nel 1988 espone alla I Biennale Internazionale di Scultura Contemporanea a Matera.
Riconoscimento prestigioso al suo lavoro è il “Premio Antonio Feltrinelli” per la scultura 1988 conferitogli dall’ Accademia Nazionale dei Lincei.

Prosegue, intanto, l’attività espositiva: nel 1989 alla Galleria Niccoli di Parma, nel 1992 alla Galleria Civica di Modena e alla Galleria Fioretto di Padova e all’Editalia di Roma. Esce la monografia di G. M. Accame e F. D’Amico pubblicata da Pierluigi Lubrina  di Bergamo.

Nel 1995 partecipa, per l’Italia, alla VI Triennale Internazionale di Scultura di Osaka, dove la sua opera viene acquisita dal museo.

Le Civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara ospitano nel 1996 una  antologica di scultura. Per il 1998 si segnalano le personali nella Galleria Mazzocchi di Parma e nel Castello di Pergine Valsugana. Nel 1999 è invitato ad Arte Contemporanea. Lavori in corso, 7, nella Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e alla XIII Quadriennale di Roma. Viene nominato Accademico di San Luca.

Nel 2000, accanto alla personale Nastri  presso la Galleria Il Bulino di Roma, si collocano mostre collettive quali “Scultura italiana del dopoguerra. Un percorso”, nel Castello di Vigevano; “Immagini, Arte italiana dal 1942 ai nostri giorni”, presso la Banca Centrale Europea di Francoforte sul Meno.

I primi anni del nuovo millennio sono caratterizzati da varie personali: Galleria Fumagalli, Bergamo, 2001; Galleria Il Segno, Roma, Galleria d’Arte Marchetti, Roma, 2003; Galleria Fioretto Arte, Padova, Galleria Miralli e Palazzo Chigi, Viterbo, 2004. Tra le mostre collettive si ricordano nel 2002:  “La Scultura lingua viva, Arturo Martini e il rinnovamento della scultura in Italia nella seconda metà del Novecento”, Acqui Terme; “Futuro Italiano”, Sede del Parlamento Europeo, Bruxelles; Mostra di Scultura Internazionale, Castello di Agliè.

Nel 2004 gli viene conferito il Premio Nazionale “Presidente della Repubblica” per la scultura, assegnato dall’Accademia Nazionale di San Luca.

Nel  2005 il Comune di Roma gli commissiona la realizzazione della medaglia commemorativa del MMDCCLVIII anniversario del Natale di Roma.

Nel 2006 l’Accademia Nazionale di S. Luca gli dedica una personale di sculture e disegni recenti. Negli anni successivi, numerose le mostre personali e collettive a Roma, Alessandria, Locarno, Villa d’Este di Tivoli, Sarajevo, Sofia, Budapest, Sibiu, Bucarest, Terni, Ascoli Piceno, Lodi, Francavilla al Mare. Tra queste, da segnalare, nel 2011, la personale Carte e libri d’artista 1976-2010, nella Biblioteca Vallicelliana di Roma,  l’antologica nel Museo Civico Umberto Mastroianni di Marino (RM), la partecipazione alla LIV Biennale di Venezia, presentato da Tullio Gregory; nel 2015, la personale Carlo Lorenzetti e il Lessico Intellettuale Europeo, nell’Istituto Centrale per la Grafica di Roma. Nello stesso anno viene nominato Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca per il biennio 2015-2016.

 

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Bruno Conte nasce nel 1939 a Roma. Inizia la sua attività in campo figurativo con opere di carattere grafico astratto surreale. Espone, nel 1955 e nel 1960, alla VII e VIII Quadriennale di Roma, nel 1956 alla XXVIII Biennale di Venezia. È in relazione con la Galleria dell’Obelisco di Roma che lo presenta in mostre negli Stati Uniti.  Tra il 1959 e il 1961 elabora immagini con testi poetici. Si sviluppa, dunque, parallelamente, la sua attività letteraria. Nei primi anni ‘60 le pitture acquistano consistenza materica e, successivamente, prevale una scelta oggettuale di carattere concettuale.

Tra le mostre personali: Galleria Numero, Firenze, 1961; New Vision, Londra, 1965; Galleria Il Cenobio, Milano 1966; Michelangelo e Bruno Conte, Centro Proposte Feltrinelli, Firenze 1966; Galleria Cadario, Roma 1968; Studio Nuova Dimensione, Roma 1970; Internationale Kunstmesse, Galleria Schwarz, Basilea 1973; Galleria Il Brandale, Savona 1973; “Dal golangolo all’herboligneo”, Galleria Etrusculudens, Roma 1976; “Nodi neri”, Studio Cavalieri, Bologna 1977; “Pagine di scultura”, Galleria Blu, Milano 1978; “Cripture”, Libreria Giulia, Roma; “Una esplorazione separata”, Pinacoteca di Macerata 1982; “Opere 1970-1986”, Palazzo Diamanti, Ferrara 1987; “Vegetensioni”, Galleria Il Vicolo, Genova 1988; “Michelangelo e Bruno Conte. Mostre antologiche”, Palazzo Ducale, Urbino 1992; “Buiori”, Salon Privé, Roma 1993; “Michelangelo e Bruno Conte. Mostre antologiche”, Galleria Niccoli, Parma 1995; Istituto Italiano di Cultura, Vienna 2000; Galleria Kaze, Osaka, 2000; “Presque des pages”, Galerie Satellite, Parigi 2001; “Apprensioni”, Galleria Civica di Termoli 2004; “Quasi pagine”, Galleria Peccolo, Livorno, 2007; “Libri lignei”, Musma, Museo della scultura contemporanea, Matera 2007; “Enimmario”, Area 24, Napoli 2010; Biblioteca Vallicelliana, Roma, 2011; Antologica al Mart di Trento e Rovereto 2013; Museo Mastroianni, Marino (Roma) 2014; Galleria Contact, Roma 2017.

Alcune partecipazioni e realizzazioni: “I Salone d’estate - Arte astratta a Roma”, Galleria San Marco, Roma 1955; Pittura e Scultura Italiana, Juster Gallery, New York 1958; Premio Termoli, di Pittura, Termoli 1960; “Junge Kunst 63”, Kunstlerhaus, Vienna 1963; “Arte sperimentale”, Museo Civico, Torino 1967; “Objects and Things”, Roma Gallery, Chicago 1968; “Premio Tevere Reno”,  Colonia 1969; “Vivre avec l’art”, Grand Passage, Ginevra 1970; “IV Bienal Internacional del Deporte en las Bellas Artes”, Madrid 1973; “Artericerca 78”, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1978; “Kunstlerbucher”, Galleria Megert, Berna 1980; “Linee della ricerca artistica in Italia”, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1981; “Realtà in Equilibrio”, Galleria Il Segno, Roma 1982; “Not(e) Books”, Quentin Gallery, Perth 1982; “Autoritratti del ‘900”, Galleria degli Uffizi, Firenze 1983; “Arte italiana degli anni sessanta nelle Collezioni della Galleria Civica d’Arte Moderna”, Castello di Rivoli, Torino 1985; XLII Biennale di Venezia, 1986; “Sixty years of culturale life in Italy”, Columbia University, New York 1986; “Far libro”, Forte di Belvedere, Firenze 1989; “The artist and the book”, MoMA, New York 1992; “Fotoidea”, XXII Biennale, San Paolo del Brasile 1994; “Buchohjekte aus Italien”, Buchgalerie Mergemeier, Düsserdorf 1996; “Lavori in corso 7”, Macro, Roma 1999; “Fotoalchimie”, Museo Pecci, Prato 2000;  Realizza una grande parete in mosaico nella Metropolitana di Roma, Stazione di Pietralata 2001; “Artisti del XX secolo alla Farnesina”, Ministero degli Esteri, Roma, 2004; XIV Quadriennale di Roma, 2005;  Expo di Aichi, 2005; “Il libro come opera d’arte”, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma 2006; LIV Biennale di Venezia, 2011;  Proposte dalla collezione, Museo Pecci, Milano, 2011; “L’icona ibrida”, Premio Vasto 2014; “Carteggi”, Festival di Spoleto, 2015, “Xilografie”, Museo della Carta, Fabriano 2017; “Manu propria”, Casa d’Arte Futurista Depero, MART, Rovereto 2018.