La Domenica delle Palme, a Castronuovo di Sant’Andrea, è stata una occasione importante per l’intera comunità Parrocchiale. Per la prima volta si è tenuta una rappresentazione vivente del Triduo pasquale, in particolare dal tradimento di Giuda e quindi la cattura di Gesù fino alla messa in croce di Gesù stesso.

Tenacemente voluta da Don Adelmo, parroco di Castronuovo, questa manifestazione ha visto impegnato tanti figuranti, che, con spirito di abnegazione e con tanta buona volontà, hanno brillantemente emozionato i presenti, giunti numerosi.
Alla parte dialogata dei vari personaggi si alternava un commento esegetico dei vari passi, accompagnato da riflessioni che proiettano l’uomo nella propria dimensione interiore. Quanto è stato fatto è quanto di meglio poteva essere fatto; il desiderio degli attori, che a sottolineare non sono professionisti del settore, insieme ad una compartecipazione emotiva a quanto stavano realizzando è da encomiare. L’emozione della prima volta, che può sempre regalare spiacevoli inconvenienti, è stata superbamente eliminata dalla tenace volontà di questi attori che per una serata hanno trasportato, anche se solo con la mente, coloro che erano presenti in una dimensione irreale, di assoluto silenzio, dove la tensione emotiva si accompagnava alla passione di Cristo, al Suo calvario. Tutta la rappresentazione drammatica ha preso il via, intorno alle 19:30, dalla Piazza “Case cadute” dove si consumano la scena del tradimento e la cattura di Gesù da parte dei romani. In Piazza Marconi i Sommi Sacerdoti mettono in atto nei confronti di Gesù l’interrogatorio-farsa, dopo il quale lo stesso Gesù viene condotto dai soldati, insieme ai Sommi Sacerdoti, agli apostoli, i quali, non avendo ancora compreso il messaggio evangelico, in questo momento di passione si amalgamano alla folla, ed all’intera folla davanti al pretorio di Pilato in Piazza Castello.
Emessa la sentenza di morte, Gesù, carico della croce, insieme ai due malfattori viene avviato al luogo della crocifissione. Durante questa mesta processione Gesù è messo al ludibrio dei soldati, ma allo stesso tempo dalla folla, che poco prima l’aveva condannato a morte, inizia ad essere compatito, commiserato. L’incontro con la Madre è tutto concentrato in un silenzio “assordante”; la folla nello sguardo della Madre si immedesima alla maniera di una qualsiasi madre dinanzi ad un figlio schernito, umiliato e, come se tutto questo non bastasse, condotto alla morte. Il Cireneo, che, inizialmente controvoglia, aiuta, perché costretto dai soldati, Gesù a portare la croce, ne sposa in seguito la causa comprendendo che si stava per consumare il più grande delitto che l’umanità abbia mai commesso.
La Veronica, che asciuga il volto insanguinato di Cristo, è il personaggio che, separandosi dalla folla e quindi dai luoghi comuni, riconosce subito in Cristo l’uomo sofferente, ma soprattutto il Dio creatore.
Le Pie donne, con il loro pianto straziante, altro non fanno che accrescere la tragicità dell’evento; la commiserazione è partecipata, i lamenti cadenzati scandiscono i passi che stanno conducendo Gesù alla croce. 
I tre momenti delle rispettive cadute di Gesù sotto il peso di una croce, che diviene sempre più opprimente, diventano circostanze per riflettere sulla debolezza dell’uomo, il quale, oppresso dal peso del peccato, non riesce a scorgere il vero volto di Cristo e la Sua misericordia se non attraverso la partecipazione al banchetto eucaristico.
La gente, vivamente commossa, si va predisponendo attorno al Calvario attendendo i vari personaggi che si appresteranno a dar luogo alla scena della crocifissione. Il buio, creato per la circostanza nel Calvario, è rotto da secchi colpi di martellate; la gente non vede, ma ben intuisce il senso di quel rumore prodotto. Quando si accende il faro, che illumina l’intera scena, la gente osserva in accorato silenzio Gesù crocifisso con i due ladroni e la Madre di Gesù in ginocchio nei pressi della croce insieme all’apostolo Giovanni. L’improvviso passaggio dal buio alla luce rappresenta il vero passaggio dal buio-morte alla Luce-Resurrezione; chi assiste, come in una tragedia greca, nell’evento tragico scorge lo spirito catartico, di purificazione, che lo immerge nel senso divino del Mistero della Passione-Morte-Resurrezione.
I sentiti ringraziamenti per l’ottima riuscita vanno innanzitutto al parroco, a tutti i figuranti, alla costumista e i suoi collaboratori che fedelmente hanno riprodotto i costumi dell’epoca, alle guide, al service “Nautilus” per i suoni e le luci ed, in generale, al pubblico, che ha creato con attenta partecipazione l’ambiente ideale per tale rappresentazione; a quanti nelle proprie competenze hanno concesso autorizzazioni, l’Amministrazione Comunale e le Forze di pubblica sicurezza; alle Associazioni culturali, dalla Pro-Loco al Circolo damistico, che hanno messo a disposizione vari locali per la realizzazione delle scenografie.
La nostra piccola comunità da questa esperienza ne esce orgogliosa perché i suoi figli hanno dato se stessi nelle varie parti e consapevole che per realizzare un piccolo sogno basta la passione e buona volontà da parte di tutti. Alla prossima…

Mario Di Sario