Castronuovo di Sant’Andrea può felicemente godersi i propri ragazzi che hanno preso parte alla rassegna dei giochi sportivi studenteschi della dama, giunta alle fasi finali nazionali, tenutasi a Fiuggi nei giorni 10-13 maggio appena trascorsi.
La delegazione castronovese, insieme alla compagine dell’istituto didattico comprensivo della scuola media di Senise, guidata dai professori Vincenzo Travascio e Di Pierro Giovanni ha egregiamente figurato nella suddetta rassegna.
Le due sezioni riguardanti la dama italiana e la dama internazionale sono divenuti “terreni di conquista”; la nostra delegazione ha partecipato, per la dama italiana, nelle categorie della scuola elementare e media, mentre, per la dama internazionale, nella categoria allievi.
Questa manifestazione ha visto provenire dall’intera Penisola circa 250 ragazzi, rappresentanti della propria regione, i quali, soprattutto i ragazzini delle elementari alla loro prima esperienza, si sono sfidati con una lealtà sportiva disarmante e con una gioia che tanto fortemente si contrappone agli interessi subdoli ed ingannevoli degli sport più “economizzati” dai mezzi d’informazione.
Il gioco della dama è uno sport della mente, uno sport che mescola perfettamente una sapienza tattica all’imprevedibilità delle mosse ed alla strategia degli avversari; ogni ragazzo mette in campo la sua abilità, la sua tecnica, la sua sagacia in questo gioco di calcoli.
Non si vince a dama con l’inganno, con la frode, con l’ingaggio di campioni, bensì con le proprie forze: la passione e la propria intelligenza tecnica. Vedere ragazzini e ragazzi concentrati e lieti di potersi confrontare con altri dovrebbe riporre nella giusta dimensione e nella dovuta attenzione lo sport, divenuto, nella maggior parte dei casi, soltanto bieco interesse.
Durante le gare gli accompagnatori, gli insegnanti, i genitori di tutti i ragazzi, che gareggiavano, ne condividevano le emozioni, gli stati d’animo a tal punto da immedesimarsi “suggerendo” mentalmente agli stessi ragazzi le mosse, le contromosse, le applicazioni di schemi tante volte provati e riprovati.
Il gioco della dama non ammette distrazioni tenendo così sempre alta la concentrazione dei giocatori e, prima di tutto, non permettendo di sottovalutare mai l’avversario. L’educazione alla sconfitta, riconoscendo nello sfidante una superiore bravura, diviene forma di insegnamento civico per il ragazzo: nella vita non si può sempre vincere, ma soprattutto occorre considerare il gioco un gioco e non un “valore” da idolatrare: la dama è un gioco!
L'umanità dei Campioni
Nella rassegna damistica due grandi campioni di dama, che rispondono al nome di Michele Borghetti e Marco Faleo, hanno dato vita ad uno spettacolo che sconfina dagli ambiti prettamente sportivi. Nella piazza Spada di Fiuggi hanno dato una dimostrazione della cosiddetta gara di simultanea con avversari i ragazzi che hanno partecipato alla rassegna di Fiuggi.
Per i non addetti la gara di simultanea consiste nello sfidare contemporaneamente più avversari. Il G.M. (Gran Maestro) Borghetti, campione indiscusso di dama italiana, riconosciuto come il più grande damista vivente di dama italiana, tra i propri successi annovera una simultanea vinta, con gli occhi bendati, contro 23 campioni.
La particolarità dell’evento mi invita ad evidenziarne alcuni aspetti derivati. Innanzitutto, peccando di voluto egoismo, la voglia personale di vedere dal vivo un’esibizione di tal genere, un’esibizione che fino a quel momento era per me difficilmente immaginabile; prescindendo dal valore degli sfidanti, l’attenzione si è concentrata sui due campioni, impegnati nello stesso tempo ad impostare su ogni singola damiera una lucida e diversa tattica di gioco.
Inoltre la sana voglia dei ragazzi a sfidare i maestri con quella ingenua spregiudicatezza tipica di chi ha “l’occasione della vita”. Infine la raggiante felicità dei ragazzi di aver avuto modo di realizzare un desiderio non di vittoria o di sconfitta, piuttosto di vivere una esperienza bella, da raccontare, da descrivere agli amici, ai genitori.
I due campioni, durante questa fantastica esibizione, non hanno mai sottovalutato, dall’alto dei loro titoli, gli avversari dimostrando correttezza e rispetto verso gli sfidanti e divenendo così esempio per chi osservava o giocava.
Mettere, durante gare di dama, a proprio agio i ragazzi sfidanti non è da tutti; è di chi vuole loro bene e di chi non è geloso dei propri titoli. E’ di chi ha da dare agli altri con una parola, con un gesto e, perché no, con una mossa. Grazie al Maestro Faleo e soprattutto al caro amico Michele per questi insegnamenti che, in tale circostanza, avete offerto a chi vi ha osservato.
Un affettuoso saluto a Michele ed al padre Gianfranco da chi ha conosciuto in Michele non tanto il campione quanto un suo coetaneo, né un “oggetto” da culto quanto piuttosto un ragazzo semplice e di cuore.
Da Castronuovo di Sant’Andrea, Mario Di Sario.
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