CASTRONUOVO – Pensionamento storico a Castronuovo: dopo 43 anni di servizio, Giuseppe Ruberto lascia il suo posto di portalettere. Nato nel 1945 ed entrato in servizio il primo ottobre del 1964,

 

“Peppino il postino” conclude un’esperienza che lo ha fatto entrare nelle case di generazioni di concittadini e lo ha reso autentica “memoria storica” del comune. I suoi ricordi potrebbero entrare a buon diritto in un libro di storia castronovese: “Nei primi cinque anni ho fatto il sostituto di mia madre, Maria De Cicco, poi ho superato il concorso indetto dalle Poste e sono stato assunto definitivamente nel 1969. In quegli anni il paese superava i 2000 abitanti e in ufficio eravamo in cinque. Ho avuto tre direttori: Francesco Gallo, Lorenzo Balzano e Rocco Di Sario. La posta arrivava alle 03,30 del mattino con l’autobus della SITA e io mi recavo quattro volte alla settimana nelle contrade Vurro, Terzo, Battifarano e Marsilio: naturalmente dovevo fare tutto a piedi”. Ruberto racconta poi di aver acquistato nel ’69 una Fiat 500 e successivamente una 128: “Il primo mezzo affidatomi dalle Poste è stata una motocicletta quindici anni fa, l’anno scorso ho avuto invece una Panda. Oggi le strade di campagna sono più accessibili, non hanno niente a che vedere con la situazione di 40 anni fa, quando dovevo raggiungere la casa più sperduta anche se c’era la neve”.
“Peppino” –come detto - ha ereditato il posto dalla madre, entrata in servizio nella metà degli anni 20 e a sua volta subentrata a suo padre Giovanni, postino castronovese a partire dagli ultimi anni dell’800: più di un secolo è durata l’attività nelle Poste Italiane della famiglia di Peppino. La signora De Cicco, inoltre, era spesso sostituita da Nicola Appella, il barbiere – postino – fotografo che Carlo Levi, durante il confino ad Aliano descritto nel celebre “Cristo si è fermato a Eboli”, conobbe e soprannominò “l’uomo dai cento mestieri”.
“Quaranta anni fa non c’erano cassette della Posta e spesso giovani innamorati chiedevano al portalettere di evitare la consegna di missive compromettenti alla presenza di padri non accondiscendenti”, ricorda Ruberto. 
In queste ultime settimane, Peppino (a cui sta per subentrare la castronovese Filomena Di Sario) ha toccato con mano l’affetto di tanti compaesani che da sempre hanno ricevuto le sue visite a domicilio. “L’abitudine a incontrarsi quotidianamente, la familiarità del rapporto e la stima dimostratami sono situazioni che non potrò dimenticare”, dice con una punta di nostalgia “Peppino il postino”, pronto a godersi la meritata pensione e fiero del suo lavoro che ha segnato mezzo secolo di vita castronovese. 

UMBERTO DI MATTEO