In mostra prima a Firenze e poi a Milano per tutto il 2021
Tornabuoni Arte presenta l’Antologia 2021. Arte moderna e contemporanea, l’appuntamento annuale che, come di consueto, offre un’accurata selezione di opere, frutto dell’importante lavoro di ricerca che la galleria ha svolto nell’arco dell’ultimo anno. In questo particolare momento, dovuto all’emergenza Covid, che ha portato alla chiusura momentanea dei musei e delle gallerie pubbliche, l’esposizione visitabile da dicembre nelle due sedi italiane di Firenze e
Milano, acquista un grande valore. È un’opportunità unica non solo per i collezionisti ma per il pubblico in genere per poter visitare una mostra che ripercorre i momenti più significativi della storia dell’arte dagli inizi del XX secolo ad oggi, attraverso i capolavori di alcuni dei suoi principali protagonisti. Sarà possibile visitare la mostra a Firenze (Lungarno Benvenuto Cellini 3) dal 9 dicembre e una selezione di opere sarà esposta a Milano (Via Fatebenefratelli, 36) dal 12 dicembre 2020.
Tornabuoni Arte si conferma, anche in questa occasione, come un luogo dedicato alla cultura e non solo al mercato. Lo testimonia anche il volume, puntuale e completo, che accompagna l’esposizione con il testo introduttivo Viaggio al termine della forma firmato da Sonia Zampini. Una preziosa guida con un ricco apparato fotografico e testuale, uno strumento di riferimento anche da un punto di vista strettamente didattico.
Il percorso espositivo inizia con una prima sezione che rappresenta l’arte figurativa del XX secolo, a partire dall’opera Versailles, la Galleria degli Specchi, dipinta da Giovanni Boldini intorno al 1871, durante il suo periodo parigino, realizzato a Versailles luogo simbolo dell’Ancien Régime, la cui particolare atmosfera riecheggia lo sfarzo voluto dalla monarchia di Luigi XIV. E prosegue seguendone l’evoluzione attraverso una carrellata di opere straordinarie di maestri come Balla, Campigli, Carrà, Casorati, de Chirico, De Pisis, Guttuso, Magnelli, Marini, Paresce, Prampolini, Rosai, Savinio, Severini, Sironi, Soffici, Tozzi e Viani.
In questa sezione non poteva mancare di certo Giorgio Morandi, tra le figure più emblematiche del panorama artistico del primo Novecento, con una Natura morta del 1930, a testimoniare come la sua pittura sia riuscita a ridisegnare i confini del mondo fisico attraverso la rappresentazione di umili oggetti del nostro vissuto quotidiano che Morandi celebra in modo solenne.
Pablo Picasso con il suo “Tasse et paquet de tabac” del 1922 segna il passaggio tra la prima e la seconda parte di questa antologia. Picasso, protagonista delle prime avanguardie, contribuisce in modo determinante alla rivoluzione della figurazione pittorica con un nuovo linguaggio che mette in discussione la pittura da cavalletto e che “…interesserà inizialmente l’immagine – come scrive Sonia Zampini – per poi coinvolgere, nel progressivo affermarsi dell’arte contemporanea, i materiali, i contenuti ed infine i luoghi stessi dell’arte.”
La mostra prosegue con opere dal secondo dopoguerra ad oggi e si apre con la figura di una grande artista italiana, Carla Accardi, presente nel volume con alcune importanti opere tra cui un imponente lavoro del 1967, Senza titolo, caratterizzato dall’uso del sicofoil, la cui trasparenza consente di mostrare il telaio che diventa, insieme all’essenzialità del segno, parte fondamentale della struttura visiva. Una sezione densa di tasselli significativi in questo spaccato di storia dell’arte che vede numerose sperimentazioni come Concetto spaziale del 1955 di Lucio Fontana – presente in catalogo anche con altre opere – interprete dello Spazialismo che si allontana ancora di più dalla concezione classica della pittura. Ci sono: una Combustione del 1960 dove Alberto Burri riveste la materia di un ruolo primario; due grandi tele di Hans Hartung, dipinte entrambe nel 1962; il disegno preparatorio di Running Fence, progetto tra i più celebrati di Christo e Jeanne-Claude dove una recinzione continua, di circa quaranta chilometri, si estende nella campagna californiana a nord di San Francisco, chiaro esempio di quello che è stata la Land art.
A rappresentare il movimento surrealista, troviamo Jaon Mirò e Sabastian Matta mentre l’Arte Povera, teorizzata sapientemente da Germano Celant, ha, in questa sede, indubbi testimoni come Boetti, Kounellis, Pascali, Pistoletto, Zorio. Il Portrait of Bronka Weintraub, 1986, introduce alla Pop art americana e ai ritratti seriali di Andy Warhol. Molti altri ancora gli artisti che si potranno ammirare: Adami, Afro, Alviani, Angeli, Baj, Calzolari, Capogrossi, Castellani, Ceroli, Chia, Colombo, Crippa, Dadamaino, De Maria, Dorazio, Mambor, Manzoni, Paladino, Pamiggiani, Pomodoro, Mimmo Rotella, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Antoni Tàpies, Joe Tilson, Giulio Turcato, Victor Vasarely e Vedova.
Tra le opere più recenti ricordiamo Libro rosso per la Divina Commedia, 2018, e Oristano, 2010, di Emilio Isgrò, uno dei nomi italiani più conosciuti a livello internazionale, la cui ricerca nasce da diverse discipline, poesia, arte, teatro e letteratura. Isgrò ha il merito di aver creato un nuovo linguaggio attraverso la teorizzazione della cancellatura della parola stessa che restituisce ai testi un nuovo significato. L’esposizione, nelle due sedi, sarà in corso per tutto il 2021.
Michele De Luca
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